Nel pomeriggio di oggi, di fronte al circo di Moira Orfei da pochi giorni allestito ad Arezzo, si è svolto un presidio di protesta che ha coinvolto una moltitudine di cittadini, per chiedere al Comune di non ospitare questi eventi in città.
Le associazioni LAV, OIPA e LEAL, presenti al sit-in, ricordano che “Il circo di Moira Orfei riceve più di 30.000 euro al mese di finanziamenti pubblici (dati 2012 Ministero per i Beni e le Attività culturali), mentre in molte città come Arezzo ogni giorno piccole e medie imprese sono costrette a chiudere perché non vengono aiutate minimamente dallo Stato e questo non è giusto.”
“Vogliamo che i circhi che sfruttano gli animali non vengano più nella nostra città. –Dichiara la deputata del M5S Chiara Gagnarli, da sempre vicina alla causa. - Nel nostro Paese non ci dovrebbero essere circhi con gli animali ma solo con le persone. Il circo non è educativo, lega il divertimento del bambino ad uno stato di sofferenza per l’animale. Spero che i genitori spieghino ai propri figli che dietro un’esibizione ci sono mesi di addestramento e di sofferenza, quindi se proprio sentono la necessità di portarli, che almeno questo venga spiegato.”
“Siamo qui oggi per rivolgere un messaggio chiaro alle Istituzioni di Arezzo, al Sindaco, alla Giunta, ai consiglieri comunali. Siamo tantissimi. Non vogliamo più questi carrozzoni in città. – Sottolinea Marco Gallorini, della LAV di Arezzo - A novembre è stato approvato un atto di indirizzo che impegnava il Comune a non far attendare più i circhi con gli animali . Questo atto è stato approvato a maggioranza, c’è dunque l’impegno e c’è la volontà politica. Per due anni abbiamo lavorato ad un regolamento comunale per la tutela degli animali, che è già pronto, è nel cassetto e basta tirarlo fuori ed approvarlo. Noi abbiamo fiducia nelle Istituzioni, nel Sindaco che ha preso la delega per la tutela degli animali e speriamo che entro quest’anno il regolamento venga alla luce e venga approvato.”
Sul tema degli ‘aspetti diseducativi del circo con gli animali’ è anche intervenuta la psicologa Laura Occhini, docente dell’Università di Siena. Qui di seguito un estratto: “In qualità di psicologa dello sviluppo mi sento di dover consigliare i genitori di non sottovalutare i messaggi negativi impliciti in questo tipo di spettacolo. Innanzitutto sfatiamo un mito: i bambini al circo non entrano in contatto con il mondo animale ma assistono allo stravolgimento della natura stessa di quell'animale ad opera di un addestratore, che utilizza metodi brutali per imporre sottomissione e obbedienza. E' quindi una diseducazione al rispetto della specificità della natura di ogni essere vivente e un chiaro messaggio di superiorità violenta.
In accordo con la Society for Research in Child Development, e con i colleghi che hanno sottoscritto il ‘Documento degli psicologi su zoo, circhi, sagre con impiego di animali’, ribadisco che far assistere un bambino alla segregazione di un animale e alla sua esibizione innaturale ostacola lo sviluppo dell'empatia e favorisce un atteggiamento di insensibilità nei confronti della sofferenza.”
“La gente che viene al circo forse non sa cosa c’è dietro. Forse perché c’è una mancanza di valori e si pensa che gli animali come esseri senzienti hanno sensazioni, e quindi, obbligati a fare quello che per loro non è naturale, significa non rispettarli. – Racconta la signora Bruna Monami, della LEAL di Arezzo - Anticamente, nei primi circhi, si mettevano in mostra animali feroci e uomini e donne deformi. Tutto questo serviva ad attirare la gente. Con il passare del tempo, all’inizio del secolo, si è deciso con un senso civico più alto di non esporre più uomini e donne deformi, ma sono rimasti gli animali feroci. Questo è un retaggio di un modo antico di portare avanti l’arte del circo. Al contrario, i circensi, come i trapezisti, gli illusionisti, i clown, i giocolieri, sono i depositari di arti magiche, bellissime. Nei circhi dovrebbero essere in mostra le qualità dell’uomo e far vedere a quali livelli eccelsi esse possono arrivare, senza gli animali.”