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8 settembre 1943, riflessione a 70 anni di distanza

Tributo agli uomini che hanno creduto in un ideale

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Settant'anni, tanti sono quelli passati da quell'otto settembre quando Badoglio annunciò che l'Italia non ce la faceva più e preferiva sganciarsi dalla guerra. Parole a cui seguì la fuga della famiglia reale e dello stesso governo italiano prima a Pescara poi a Brindisi. A distanza di tutto questo tempo, l'otto settembre non appare più come una data fausta, bensì come l'inizio di una guerra civile che avrebbe diviso l'Italia, macchiandola di stragi cruente e pesanti bombardamenti a cui pagarono tributo soprattutto le città del Centro Nord e Roma. L'estate del 1944 per Arezzo sarà terribile. Tante le stragi, le citiamo a caso, tenendole nel cuore tutte: San Polo, Mulinaccio, Civitella, San Pancrazio, la Cornia, Vallucciole.....Tanti i morti che avrebbero pagato un tributo ad una gestione scellerata, da parte di tutti, del periodo transitorio ma anche tanti coloro che, con la loro azione, contribuirono a costruire l'Italia del Dopoguerra, quella che faticosamente risorse dalle macerie grazie anche alla cultura e al sacrificio di persone desiderose di andare avanti. A tutti coloro che hanno creduto in un ideale, non importa quale, e lo hanno rispettato fino alla morte dedichiamo un pensiero affinchè davvero non ci siano più divisioni ( retorica ma è così) e si pensi prima all'Italia e quindi agli altri, poi a noi stessi.

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