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Vasai "La tragedia di Lampedusa scuote le coscienze". Reazioni dalla politica e dalle istituzioni locali

Il Presidente della Provincia: “lutto nazionale, ma anche vergogna e rabbia”

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"Quella di Lampedusa è una tragedia che assume di ora in ora contorni sempre più drammatici e che chiama le coscienze di ognuno di noi a fare i conti con una realtà, quella dei migranti, che troppo spesso viene dimenticata o, addirittura, rimossa. Di fronte alle proporzioni di questa catastrofe, ma anche alle storie personali di ognuna delle vittime, è giusto fermarsi in segno di lutto, ma credo si debbano provare anche sentimenti di vergogna e anche di rabbia, nei confronti di un'Europa che troppo spesso ci lascia da soli in questa frontiera del continente che diventa luogo di disperazione e di morte”" questo l'intervento del presidente della Provincia Vasai.

E sulla tragedia avvenuta a Lampedusa è intervenuto anche il grillino Lucio Bianchi: "La prima cosa che mi colpisce è l’ipocrisia politica e la speculazione informativa fatta per vendere e non, appunto, rendere noti i fatti. Se un Papa dice “vergogna” tutti a dire che ha pronunciato grandi parole, se invece quella stessa parola viene pronunciata che so, da un cittadino qualunque, allora è demagogia o retorica. Si parla questa mattina della più grande ecatombe migratoria dal dopoguerra, mentre sappiamo che non è affatto così. Sappiamo che sono decine di migliaia le persone, interi popoli, che ogni giorno cercano rifugio dalle catastrofi che noi “occidentalizzati” lasciamo nei loro paesi dopo averli depredati per centinaia di anni.Le parole del giorno sono: corridoi umanitari, Europa che non aiuta, indecenza, indignazione, che tutti in coro i nostri Ministri e Capi di Stato elargiscono a piene mani al fine unico di ottenere consenso. Infatti ancora esistono, senza che nessuno di questi CIARLATANI abbia mosso un solo dito, leggi idiote e xenofobe che introducono il reato di clandestinità. Così, ad esempio, se sei in un peschereccio e vedi un migrante in mare che sta affogando, sei spinto a lasciarlo lì a morire altrimenti potresti essere indagato per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.Ditemi una cosa, ma la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo non dice nulla? NON FA NULLA! La presidente filo-umanitaria-femminista Laura Boldrini che fa? Va in visita? E beh? Vogliamo delle leggi, vogliamo uno sguardo al futuro; vogliamo smettere di lavorare d’urgenza ma sembra che l’Italia sia incapace di operare su questo fronte.Invece di agire direttamente sulle cause, si cercano di tamponare (evidentemente con scarsi risultati) le conseguenze: un pollaio triviale invece di un lavoro efficace. Le cause sono la razzia, il saccheggio che a piene mani attingiamo da Mamma Africa. Andiamo là, importiamo armi, rubiamo petrolio, diamanti, minerali, diamo manforte al land grabbing e poi ci lamentiamo se quelle povere anime cercano di scappare dalla distruzione che NOI seminiamo nei loro territori. È di stamani la notizia che un francese e un italiano sono stati linciati e bruciati in Madagascar perché stupravano e poi vendevano gli organi di bambini e altri con l’ausilio di un capotribù che riscuoteva soldi per questo traffico illegale. Questa è la crescita del PIL, baby! Se davvero vogliamo cambiare regia, dobbiamo prima guardare in casa nostra".

Lutto nazionale osservato in tutte le scuole gli uffici pubblici e all'Università. Ecco il messaggio che il rettore Angelo Riccaboni ha rivolto questa mattina alla comunità dell’Ateneo. “Care/i Colleghe e Colleghi, Studentesse e Studenti, le notizie, le fotografie e i filmati che giungono dal mare di Lampedusa portano ai nostri occhi e alle nostre coscienze l'immagine di una strage di vite, strage di giovani vite, che nessuno può sopportare senza provare un senso di sdegno, e di sconcerto morale.
L'Ateneo senese, i docenti, gli studenti, sentono con particolare dolore il senso di lutto per questo fatto, che non può essere trattato come un incidente, e meno ancora come una fatalità. Gran parte dei morti che il mare ha inghiottito sono ragazzi e ragazze di venti anni o poco più: ragazzi in fuga, condannati a subire violenza, a diventare clandestini, per provare a inseguire una nuova vita, un lavoro, una scuola, un'università in cui studiare.
Molti di loro vengono dall'Eritrea, dal Corno d'Africa, tormentato dalla guerra e dalla povertà. Noi non possiamo tacere: non possiamo passare sotto silenzio l'espulsione e l'esclusione di tante intelligenze, di tante vite, non possiamo coprire con la compassione quel che nella sostanza è un crudele meccanismo che concede speranza a pochissimi e abbandona i più , migliaia e migliaia, al destino d'una morte senza nome e senza resti.
L'Ateneo dunque esprime, con il lutto, il suo allarme civile, reclama che si apra un capitolo nuovo, di accoglienza, di comprensione, di apertura fra le culture, senza minacce, senza disprezzo, senza pregiudizio. Abbiamo l’onore di coordinare, proprio per l’area del Mediterraneo, un importante progetto internazionale sui temi dello sviluppo sostenibile. Anche in tale sede ci impegneremo per diffondere presso la società civile e i nostri studenti la consapevolezza che il mare, il Mediterraneo, è un bacino di unità e di scambi, e in nessun modo può trasformarsi in una frontiera mortale.
Vi chiedo, pertanto, in questa giornata proclamata lutto nazionale, di organizzare momenti di riflessione e rispondere all’invito del Ministro Carrozza ad effettuare un minuto di silenzio alle ore 12”.



“Fino a ieri il Mediterraneo era il nostro orizzonte su cui costruire un futuro di nuove prospettive. Oggi il Mediterraneo è tornato ad essere la tomba che inghiottisce i nostri fratelli”. Amira, Suhaib, Alleadin, Sameh, Ahmed, Merna, Chayma e Zied i giovani del progetto di Rondine “Una nuova classe dirigente per la Sponda Sud del Mediterraneo”, provenienti da Egitto Libia e Tunisia si stringono con la Cittadella della Pace e tutto lo Studentato Internazionale nel lutto che ha travolto la comunità internazionale per il disastro che a Lampedusa ha visto centinaia di persone perdere la vita nell’ennesimo viaggio della speranza che si è trasformato nella tragedia umana più grande che la storia abbia visto dopo la Seconda Guerra Mondiale. “In questo  giorno quel futuro per cui stiamo lavorando, che vedeva il Mediterraneo culla di una nuova civiltà libera e democratica ci sempre più lontano. Questo è solo un giorno di silenzio e di dolore. Il nostro pensiero è per tutte le madri i padri i figli che hanno perso i loro cari, i nostri cari. Corpi senza nome che straziano i nostri occhi. Uno spettacolo disumano a cui non possiamo assistere senza fare nulla. La comunità internazionale deve fermare questo orrore, ognuno di noi deve prenderne coscienza. Non voltate lo sguardo altrove, non fate finta che questo dramma non vi appartenga! Una società che si definisce civile non può accettare che questo massacro si perpetui davanti ai suoi occhi, su quelle acque che continuano a dividerci e non ad unirci. Noi continueremo a bussare ad ogni porta finchè questi conflitti non saranno risolti, finchè non riusciremo a dare ai figli delle vittime la speranza di costruire una vita migliore nel proprio Paese, quella stessa speranza che i loro cari stavano cercando altrove”. “L’ indifferenza sistematica dell’Occidente è una vergogna”. Afferma Franco Vaccari Presidente di Rondine Cittadella della Pace – “Non c’è altro commento possibile a questa tragedia che quello di Papa Francesco. Rondine lavora da anni affinché la Sponda Sud e quella Nord del Mediterraneo trovino un futuro comune di crescita e pace e questi giovani sono il patrimonio di grande di questa scommessa ma hanno bisogno del supporto dei Governi e delle Istituzioni per costruire un ponte in cui camminare sicuri su quelle acque in cui oggi si è consumato un altro orrore”.

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