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"Buste paga più pesanti per i lavoratori del commercio"

Al via la detassazione dei premi di produttività e simili. Il commento della Confcommercio e dei sindacati dei lavoratori

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Buste paga più pesanti anche per i lavoratori del terziario in provincia di Arezzo. La Confcommercio e i sindacati dei lavoratori del settore (Filcams-Cgil; Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) hanno infatti concordato le modalità di applicazione della detassazione sulla produttività, prevista dalla Legge di Stabilità (art. 1, comma 481, legge 228/2012).

Nulla cambia per i datori di lavoro, che si troveranno a corrispondere le stesse cifre per pagare i salari. Cambia invece qualcosa per i dipendenti, che potranno godere di un’agevolazione fiscale sul reddito legato a premi straordinari, che sarà tassato al 10% fisso di aliquota Irpef, purché il premio massimo non superi i 2.500 euro lordi e il beneficiario non superi la soglia di 40mila euro lordi di reddito all’anno.

“Una buona notizia per tutti, non solo per i lavoratori del commercio, ma anche per datori di lavoro, che così potranno gratificare di più i loro dipendenti”, sottolinea la vicedirettrice della Confcommercio di Arezzo Catiuscia Fei, “il costo del lavoro in Italia è più alto che altrove, ma i soldi pagati dagli imprenditori finiscono più nelle casse dello Stato che nelle tasche dei dipendenti, come invece dovrebbe accadere. Purtroppo”, prosegue la Fei, “i paletti per applicare la detassazione sono ancora più restrittivi dello scorso anno e ora, con l’aumento di un punto percentuale dell’Iva su tanti prodotti di largo consumo, il risultato sul bilancio familiare dei lavoratori non sarà poi così percettibile”.

Difficile quantificare nel dettaglio i soldi che potrebbero entrare in più nel portafoglio dei dipendenti: ci sono infatti molte variabili da considerare, prime fra tutte l’inquadramento contrattuale, il livello e l’entità del corrispettivo effettivamente detassabile, ovvero derivante da incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa.

“L’accordo provinciale per l'applicazione della detassazione al 10% è una buona opportunità che si traduce per i lavoratori del commercio in meno Irpef da pagare, per un risparmio medio intorno alle 400 euro. Non è molto, se si pensa al bisogno necessario per il recupero del potere d'acquisto perso, ma è almeno qualcosa”, dice il segretario provinciale della Filcams Cgil Arezzo Marco Guadagni, “l'accordo stretto fra Confcommercio e sindacati inoltre facilita le cose anche per le imprese perchè permette, laddove ce ne siano le condizioni, di inserire la detassazione a beneficio dei lavoratori senza dover sottoscrivere accordi aziendali”.

“È un accordo positivo, stipulato in un periodo di massima criticità”, sottolinea Barbara Marini, membro della segreteria provinciale Fisascat Cisl, “per le imprese sarà un valido aiuto e un incentivo alla produttività, per i lavoratori agirà da stimolo positivo, per credere ancora nella possibilità di crescere professionalmente con costanza ed impegno, anche in un periodo come questo, dove tutto sembra in costante regresso. Il prossimo passo in avanti dovrà essere la massima divulgazione di questo accordo alle imprese del settore, in modo da estenderne applicabilità e vantaggi  al maggior numero di lavoratori e lavoratrici possibile”.

“Non ci può essere ripresa dell’economia senza alleggerire il peso fiscale sui lavoratori e il costo del lavoro”, commenta il segretario provinciale di Uiltucs Uil Marco Conficconi, “la detassazione al 10% è un buon intervento ma ancora troppo poco incisivo perché interessa solo il reddito legato a premi di produttività e simili. Non può dunque cambiare la sostanza, in un momento difficile come questo, in cui la contrazione dei consumi mette in crisi tante aziende del commercio e le impegna a salvare l’occupazione, anziché aumentarla. Pensare di premiare solo la produttività straordinaria è ancora troppo limitante: è il lavoro ordinario che va tutelato e sostenuto”.

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