Sull'autonomia della Provincia di Arezzo il consiglio regionale ha votato appena un'ora fa. E si è materializzata la peggiore delle ipotesi. Infatti non è stata presa una decisione univoca ma sono due le soluzioni inviate al Governo: con 26 voti a favore e 22 contrari le due prospettive di taglio sono una a 5 province e una a quattro. Entrambe, comunque, prevedono l'autonomia di Arezzo.
Il Governo, però, pare abbia intenzione di usare il pugno duro contro i battibecchi locali attraverso un decreto che torna, di nuovo, a far temere la possibilità di un accorpamento a Siena e Grosseto. Il nuovo assesto, previsto nel decreto legge, è stato pubblicato oggi dal Corriere della Sera.
Tutto questo però contrasterebbe con quanto assicurato dal ministro Patroni Griffi al governatore Rossi e ad all'assessore regionale alle riforme istituzionali Riccardo Nencini. Infatti Patroni Griffi si è impegnato, più volte, ad apportare un ritocco alla legge. Considerando il dato dei 350mila abitanti non solo con il risultato del censimento 2011 ma anche con i dati Insat. Arezzo in questa maniera passa dei 345mila residenti del censimento a 351 mila alla fine dello scorso anno. Se questi numeri fossero presi in considerazione dal Governo, Arezzo non avrebbe bisogno di nessuno per salvarsi.
Sono rimaste quindi due le proposte del Consiglio regionale. Quella dell'unione delle province (è l'idea del Pdl), cinque più un'area metropolitana (Firenze, Arezzo, Siena-Grosseto, Pisa-Livorno, Prato-Pistoia e Lucca-Massa), e quella delle 4 province con l'accorpamento di Lucca-Massa a Pisa-Livorno.