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Dà uno schiaffo al figlio, condannato per abuso di mezzi di correzione

La mamma: "non voglio infierire è il padre di mio figlio"

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Dà uno schiaffo al figlio di sei anni, padre condannato per abuso dei mezzi di correzione. L’episodio, accaduto qualche anno fa nella Valdichiana aretina, è stato rievocato questa mattina in Tribunale ad Arezzo davanti al giudice Manuela Accurso Tagano, a sostenere l’accusa in aula il pm Bernardo Albergotti. Stando a quanto ricostruito durante il dibattimento, la madre del piccolo, rientrata a casa dal lavoro, aveva notato il segno di uno schiaffo nella guancia arrossata del piccolo. A quel punto avrebbe chiesto al padre il quale si sarebbe giustificato dicendo che il bambino non voleva leggere. A quel punto è stato richiesto l’intervento dei carabinieri ed è scattata la denuncia. Il bambino, in conseguenza di quanto accaduto, non è andato a scuola per alcuni giorni. La vicenda è approdata in Tribunale. L’uomo è stato giudicato colpevole e condannato a un mese e a risarcire la parte civile rappresentata dalla ex moglie, la coppia nel frattempo, si è separata. 

Aggiornamenti

Non vuole infierire sull’ex marito la madre del bimbo di sei anni colpito con uno schiaffo dal padre perché si rifiutava di leggere. La vicenda, accaduta il 4 dicembre del 2009 nella Valdichiana aretina, ha avuto l’epilogo giudiziario ieri in Tribunale ad Arezzo con la condanna dell’uomo, un 50enne aretino, a un mese per abuso di mezzi di correzione. La madre, un’impiegata quarantenne residente nella zona dove è accaduto l’episodio, tramite i propri avvocati Roberta Casini e Monica Tucci del foro di Arezzo, ha reso noto di non voler mostrare accanimento nei confronti del 50enne, da cui si è definitivamente separata due anni dopo. “E’ comunque il padre del mio bambino” ha detto la signora alle legali tenendo a precisare di non aver mai chiamato i carabinieri che hanno poi segnalato il caso alla Procura minorile di Firenze anche perché il marito non aveva mai commesso violenze sul figlio. Il gesto, ha spiegato la donna, era dovuto a un profondo stato di stress per la perdita del lavoro e la separazione. Il padre, attualmente residente fuori dalla Toscana con la nuova compagna, era difeso dall’avvocato Gianni Bennati del foto aretino. “La versione fornita dalla signora è calzante. Il padre, provato dalla situazione, ha colpito il figlio peraltro all’epoca seguito dall’insegnante di sostegno per alcuni problemi di apprendimento. Non sono più in contatto con lui ma ho chiuso il processo anche per rispetto al piccolo”. 

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