Va avanti spedito il processo che porterà Stia e Pratovecchio ad diventare un Comune solo. Infatti, dopo il sì alla fusione espresso dai cittadini nel Referendum, lunedì il Consiglio regionale, all'unanimita', ha approvato la relativa leggi istitutiva. Insomma, dal primpo gennaio prossimo i due paesi dell’Alto Casentino saranno un’unica realtà, anche in termini burocratici. Un percorso che ha sempre visto il favore dei sindaci attualmente in carica e che, ancora una volta, si mettono a disposizione dei residenti e della macchina amministrativa affinchè il passaggio avvenga in maniera assolutamente naturale e serena.
“L’approvazione della legge istitutiva è una tappa che conoscevamo fin dall’inizio, era un atto dovuto – spiega Anselmo Fantoni, primo cittadino di Pratovecchio – Stiamo lavorando a stretto contatto con la Regione, che ci informa costantemente. I cittadini si rivolgono all’Amministrazione per chiedere cosa accadrà, e noi rispondiamo puntualmente. Inoltre intendo organizzare una riunione prima del Natale per incontrare la popolazione, che non si dovrà mai sentire abbandonata. Ci sarà un vuoto politico, ma dal punto di vista amministrativo il Comune continuerà a lavorare regolarmente”. E ad esprimere estrema fiducia nell’operato del commissario, che fino alle elezioni, gestirà la nuova realtà, è proprio il sindaco di Stia, Luca Santini “La priorità adesso è quella di lavorare in questi due mesi per una riorganizzazione che consenta alla reggenza di agire nel miglior modo possibile. Abbiamo già incontrato il commissario, la dottoressa Guarino, che gestirà il nuovo Comune fino al voto. E’ una persona con grande esperienza, che ci dà estrema tranquillità”.
I giochi insomma sono fatti. Ora non resta che attendere il primo gennaio, quando dal nome Stia e Pratovecchio, se ne andrà la congiunzione e rispettando il volere del popolo diventeranno un’unica realtà Comunale. Una fusione che era già stata anticipata dalle scuole e dalla continuità abitativa e geografica tra i paesi. Poi a primavera i cittadini saranno chiamati di nuovo alle urne per scegliere, stavolta politicamente, chi li guiderà. Una serie di cambiamenti, allo stesso tempo radicali ma anche naturali, che venivano chiesti da tempo, ed a breve saranno tangibili.