Due sorelle rumene di 37 e 42 anni, residenti da molti anni a Bibbiena, sono state trasferite al reparto tossicologico di Careggi nel tardo pomeriggio di oggi, per aver mangiato Amanita Phalloides. Le donne avevano raccolto i micidiali funghi nei giorni scorsi e li avevano cucinati la sera stessa. Oggi hanno iniziato a lamentare forti dolori, e si sono recate al Pronto Soccorso dell'ospedale casentinese. Sono state loro stesse a riconoscere il fungo velenoso ed indicarlo al micologo, che è stato chiamato per capire di che tipo di avvelenamento di trattasse. Per una delle due la situazione è piuttosto grave, ha fegato e reni fortemente compromessi, le servirebbe prima possibile un trapianto di fegato. Nel frattempo sono stati individuati e rintracciati altri componenti il nucleo familiare, che al momento non presentano sintomi. Saranno comunque sottoposti a tutti gli accertamenti del caso, vista la pericolosità del veleno del fungo. Infatti i funghi, raccolti dalle donne qualche tempo fa e congelati, sono stati consumati, domenica in un pranzo in famiglia. Hanno partecipato una ventina di persone. L'amanita phalloides era insieme ad altri tipi di funghi, e probabilmente non tutti l'hanno ingerita. Il nipote 17enne delle donne ha portato i funghi non ancora cucinati in ospedale, ma tra questi non c'era più amanita phaloides.
"Stamani alle 8 abbiamo portato la più grande al pronto soccorso. Aveva dolori fortissimi - racconta un'altra sorella delle due - L'hanno sottoposta a numerose analisi ed in un primo momento non era chiatro cosa avesse, ma le analisi avevano valori altissimi. Poi le hanno chiesto cosa avesse mangiato nell'ultimo pasto e lei ha detto dei funghi. Da li il riconoscimento del fungo velenoso. Quindi abbiamo deciso di portare in ospedale anche l'altra sorella, pure lei aveva dolore di pancia, ma non ci siamo preoccupati dato che soffre di colite. Invece erano i funghi. Le hanno portate a Firenze ed ora anche noi ci sottoporremo alle analisi. Sono molto preoccupata, anche dei bambini hanno mangiato i funghi" conclude la donna.
L'Amanita phalloides nota anche come Tignosa verdognola ed Agaricus phalloides è un fungo mortale assai diffuso ed è quasi certamente il più pericoloso esistente in natura a causa della sua tossicità estremamente elevata e del suo elevato polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie, congeneri e non. Presenta un cappello di colore variabile da grigio-giallastro, a verdastro, o giallo-bruno o anche bianco nella varietà alba, di forma conico-campanulata od emisferica e poi espanso, pianeggiante, liscio, serico, senza verruche con fibrille innate. Le lamelle sono bianche, libere al gambo, alte. Il gambo è bianco, spesso ornato da "zebrature" simili al colore del cappello (non facilmente distinguibili nella varietà alba), prima pieno e poi cavo nell'esemplare molto vecchio, bulboso alla base. Ha un anellob ianco con riflessi giallognoli, cadente a fazzoletto sul gambo, spesso caduco negli esemplari maturi. Ha carne bianca, immutabile, soda. Assaggio assolutamente da evitare se non si dispone di acqua per immediati ed abbondanti risciacqui della bocca. Per evitare l'accidentale ingestione di un frammento di fungo, anche piccolo, nella cosiddetta fase di assaggio, si sconsiglia vivamente tale procedura per la specie in questione. Ha odore pressoché nullo (o di rosa appassita) nel fungo fresco e giovane, di miele nel fungo adulto, fetido e cadaverico nel fungo fradicio. Il sapore è nullo in principio, un po' acre oppure di "nocciole" alla fine.