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I Riformisti aretini sull'attuale situazione politica

" L’altra politica, perché chiamarla anti-politica è ridicolo, ha avuto un successo strepitoso"

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“È accaduto quanto preventivato. I riformisti avevano previsto dal 2006, purtroppo non ascoltati, che la politica della mancata apertura dei partiti tradizionali verso i cittadini li avrebbe portati verso una sonora sconfitta. Debacle che si è puntualmente verificata  alle ultime elezioni politiche. L’altra politica, perché chiamarla anti-politica è ridicolo, ha avuto un successo strepitoso e può essere foriera di elementi positivi più di quanto non si creda”. Lo pensano i Riformisti aretini, riunitisi subito dopo le elezioni politiche per fare il punto della situazione.
“Non è una situazione senza sbocchi però, il primo punto può essere quello di fare alcune riforme improrogabili e poi sciogliere le camere nel 2014. se questo non fosse possibile meglio tornare a votare subito. Il Partito Democratico ha talmente fallito che molte persone hanno preferito tornare a votare Berlusconi, nonostante tutto. L’auspicio è che nel prossimo futuro le forze sane  del paese si mettano insieme per produrre qualcosa di nuovo, che creino un gruppo dirigente degno di questo nome.A livello locale, i Riformisti prendono atto con soddisfazione della spinta al rinnovamento arrivata dai cittadini. Siamo già pronti a una serie di iniziative da sottoporre all’attenzione dei cittadini, in maniera serena e democratica. Si tratterà di iniziative, costruite con la partecipazione di tutti da sottoporre, poi, all’attenzione delle istituzioni  confidando nel fatto che, se accolte, potranno contribuire ad uscire dalla situazione di stallo in cui ci troviamo adesso. Noi stessi riuniremo in primavera l'assemblea di tutti gli iscritti per decidere le nuove cariche all’interno del nostro movimento, favorendo il rinnovamento, la crescita di un nuovo gruppo dirigente e un nuovo progetto di crescita per Arezzo . Dobbiamo, altresì, denunciare la paralisi di un’intera città dovuta a beghe interne al Partito Democratico, al PDL e alla inconcludenza delle associazioni e dagli organismi economici che gestiscono.  C’era uno strumento che poteva essere il motore del rilancio di Arezzo, il Piuss, ma al momento è tutto fermo e non si capisce perché. C’è la questione del Centro Affari, di cui si parla sempre troppo poco, un fallimento troppo costoso, con quei soldi si sarebbero potute fare molte cose per il bene della collettività; una struttura pensata per un obiettivo che, per ora, è stato totalmente mancato.  La realtà è che è finita l’era dei politici chiusi in una torre d’avorio, circondati dall’aurea del privilegio. È necessario un programma serio di governo della città, tanta trasparenza, perché i cittadini non sono più disposti a farsi ingannare, e la consapevolezza è che da ora in avanti chi non fa il proprio dovere, cioè gli interessi dei cittadini, paga. E gli elettori lo mandano a casa, cosa che potrà succedere ad alcuni parlamentari aretini testé eletti”.

 

Il presidente Alessandro Caporali

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