La drammatica situazione di queste ore, nella quale è esplosa la crisi del Partito Democratico che approfondisce la crisi istituzionale e politica, e il solco con una parte crescente della società , è stata provocata da gravi errori di conduzione da parte del gruppo dirigente del Partito.
Al fondo c’è stata una sottovalutazione delle condizioni di vita della maggioranza delle persone, e del significato del risultato elettorale, che richiedeva da parte del Pd maggiore
consapevolezza autocritica e un’iniziativa più radicale e più innovativa.
Il segretario Bersani, di cui apprezziamo il gesto delle dimissioni, ha cercato di governare, dopo il risultato elettorale, il partito portandolo sulla prospettiva del governo del cambiamento e dell’intesa sulle figure istituzionali, senza purtroppo riuscirvi per responsabilità sue e dei veti incrociati che ha avuto . Il Pd appare oggi come una litigiosa confederazione di capi corrente se non di veri e propri partiti nel partito, che rispondono solo ad una loro disciplina interna, che è esplosa nel voto dell’aula, dove non si è rispettato il vincolo di maggioranza delle decisioni del gruppo parlamentare, umiliando il prestigio e la credibilità di una grande forza politica popolare nella quale credono milioni di elettori, a partire dal mondo del lavoro, e centinaia di migliaia di militanti.
Si pone un problema politico nel Pd, causato dal metodo con cui si assumono le decisioni, e da una concezione della lotta politica interna inaccettabile, che prescinde da rapporti di lealtà fra i dirigenti nazionali e da un perpetrarsi di logiche di delegittimazione reciproca, che ci hanno consegnato un partito ingovernabile.
Basta. La base del Pd, tutti gli elettori democratici e progressisti dicono basta a questo spettacolo e chiedono serietà . Le dimissioni dagli incarichi politici del segretario e della segreteria non sono sufficienti e non vogliamo solo dei capri espiatori di una vicenda che coinvolge tanti soggetti, a cominciare da coloro che non hanno rispettato nel voto le indicazioni del partito.
Apprezziamo comunque, data la attuale situazione di emergenza nel Paese, la disponibilità di proseguire nel mandato del Presidente Giorgio Napolitano, chiara e univoca, che ha permesso di mettere il Quirinale al riparo dalle lotte di partito.
Per parte nostra, chiediamo che venga assunta dalla direzione nazionale un’iniziativa politica forte e riconoscibile perché venga celebrato un congresso straordinario, come già indicato da questa Direzione in data 11 marzo 2013, con un ampia discussione partecipata di iscritti e cittadini, in modo che il Pd si liberi dai mali profondi esplosi in questa vicenda e si possa ricostruire la fiducia tra la base e la dirigenza nazionale oggi fortemente compromessa.