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Abete riceve il premio Rachini

"Abete riceve il premio Rachini:”Azelio riferimento per la FIGC”. L’Arezzo, la radiazione e Calciopoli"

a cura della redazione
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“Azelio Rachini quando sono entrato nel mondo del calcio era presente da tanto tempo. L’ho conosciuto prima quando ero parlamentare ed Azelio, appassionato di calcio, seguiva la nazionale parlamentari. Ha sempre seguito problemi mondo calcio e la realtà di Arezzo. È stato un riferimento nel mondo della Federazione, presente e attivo fino all’ultimo giorno”.

Con queste parole il presidente della FIGC Giancarlo Abete ha voluto ricordare Azelio Rachini, il dirigente sportivo aretino conosciutissimo negli ambienti della Federcalcio, al quale è stato intitolato il torneo di calcio giovanile che questo week end si svolgerà presso il Villaggio Amaranto. Ad Abete è stato consegnato il premio “Azelio Rachini” come dirigente dell’anno. Un ricoscimento che la massima autorità della Federcalcio ha detto di ricevere con grande piacere, perchè avrebbe dato soddisfazione in primis proprio ad Azelio. Durante il suo discorso  alla famiglia di Azelio Rachini e ai giovani calciatori che in queste ore si affronteranno presso il Villaggio Amaranto nessun accenno alla dura contestazione dei tifosi al suo arrivo in Viale Gramsci.

    “Azelio che ha sempre creduto nei valori trasmessi dalla Federazione che ricordo non è un ente pubblico ma di diritto privato. Il nostro è un mondo fatto di passioni e faziosità”.

Non poteva ovviamente mancare una domanda sull’Arezzo e soprattutto sulle note vicende del passato come la radiazione del 1993 e la penalizzazione in seguito a Calciopoli.

    “Se si vuol ragionare dobbiamo fare tre riflessioni – ha detto Abete. Dobbiamo analizzare tranquillamente le singole situazioni che hanno portato a momenti difficili e traumatici. Quando l’Arezzo venne radiato ero presidente della Lega di Serie C e ricordo che vivemmo una situazione drammatica. La società non potè completare il campionato in seguito alla decisione degli organi di giustizia ordinaria, non di quella sportiva. Ci sono situazioni specifiche che hanno lasciato dolori e tracce profonde che vanno approfondite. Nella vita di tutti noi e nel calcio possono verificarsi momenti difficile con società che falliscono ma che poi riescono a risalire come ad esempio hanno fatto Napoli, Torino, Fiorentina. Fa parte della vita del calcio. Dobbiamo mantenere forte la dimensione delle regole del tifo anche se in certe situazioni possiamo non trovarci d’accordo”.

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