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Scoppia il caso Coni. Dal 1° gennaio comitato senza presidente. Cerbai attacca Petrucci

“Con l’autoriforma lo sport di base muorirà. Vogliono imporre le regole dall’alto senza ascoltare le esigenze del territorio. E’ un suicido sportivo quello che è stato attuato”.

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“L’autoriforma varata da Petrucci e che entrerà in vigore con l’inizio dell’anno nuovo porterà alla morte dello sport di base. E’ un suicido sportivo quello che hanno attuato”. E’ un fiume in piena Giorgo Cerbai. Seduto sulla sua scrivania, al secondo piano di via Vittorio Veneto, il presidente provinciale del Coni non usa giri di parole e attacca frontalmente il presidente nazionale uscente. “Dal 1° gennaio io e tutti gli altri presidenti provinciali d’Italia decadremo dal nostro ruolo. Saremo sostituiti da un delegato provinciale, non più eletto, ma designato direttamente dal presidente regionale. Questa nuova figura sarà di fatto un mero esecutore di ordini imposti dall’alto. Non avrà più l’autonomia progettuale, gestionale e finanziaria che hanno i presidenti provinciali”.
Presidente a cosa porterà questo cambiamento?

“Al disastro dell’attività di base e degli enti di promozione sportiva già oggi in grande sofferenza. E’ la mazzata finale. Il fatto più grave è che non è stata compresa l’importanza che ha lo sport nel territorio. Così si distrugge l’associazionismo sportivo e la passione di migliaia di volontari”.
Ci sono già state conseguenze per l’approvazione della riforma?
“Abbiamo dovuto interrompere tutti i progetti varati in questi anni a cominciare da “Sport giocando” e “Gioco sport” che portavamo avanti in collaborazione con le scuole. Si è creata una situazione di stallo insostenibile. Secondo le indicazioni non avremmo dovuto nemmeno celebrare la Giornata olimpica (che si svolgerà questa sera a partire dalle ore 18 nella Sala dei Grandi della Provincia, ndr). Invece abbiamo deciso di tirare dritto”.
Cosa intende fare adesso?
“Nell’ultimo consiglio provinciale ho annunciato l’ intenzione di chiudere la mia esperienza di dirigente Coni”.
Il consiglio come l’ha presa?
“Mi ha manifestato appoggio incondizionato. Ha votato all’unanimità un ordine del giorno nel quale mi viene espressamente chiesto di fare domanda per ricoprire la carica di delegato provinciale e restare, così, il punto di riferimento dello sport aretino”.
Ha deciso?
“Sto riflettendo. C’è tempo fino al 25 gennaio per inoltrare la richiesta. Provo molta amarezza perché in tutti i miei mandati sono stato espressione del territorio. Questa autoriforma, cancellando i comitati provinciali, toglie democrazia e impone le regole dall’alto senza tenere conto delle esigenze particolari”.

Ha raccolto la preoccupazione delle società sportive?

"C'è sconcerto. Le società devono fare i conti con difficoltà enormi nel fare sport: dalla mancanza di sponsorizzazioni, ai costi salatissimi di gestione degli impianti, all'aumento delle tasse federali. Tra pochi giorni si ritroveranno senza una guida che tenga conto delle loro esigenze. E magari tra qualche settimana dovranno interloquire con un delegato che non conosce le problematiche della nostra provincia".
Nell’attesa, dal 1° gennaio cosa succederà?
“Non sarò più presidente. Mi limiterò a gestire l’ordinaria amministrazione fino al 28 gennaio, quando saranno nominati i delegati provinciali".

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