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Impresa vuole aprire uno stabilimento nel territorio lucignanese, ma le banche non "mollano" il finanziamento

Fornirebbe subito 100 posti di lavoro. Il sindaco Seri si dice fiducioso

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Incredibile ma  vero. Importante Azienda leader, la SVI SPA, in Italia e molto apprezzata nel mondo per la produzione di mezzi d'opera ferroviari, scommette sul territorio lucignanese per aprire un importante stabilimento, ed ecco che gli Istituti bancari al momento agiscono con estrema lentezza per dare il finanziamento. Questo impedisce l'inizio dei lavori, lo sviluppo dell'impresa ed il ritardo nell'assunzione di maestranze locali. E sa Iddio che "boccata d'ossigeno" sarebbe per l'intero territorio, dato che per il momento si parla di circa 100 assunzioni, e la proprietà ha nei suoi progetti la l'istituzione di altri posti di lavoro. E scusate se è poco. Un autentico regalo di Natale che darebbe una svolta economica epocale a questo paese che vedrebbe realizzato il sogno di un lavoro vicino a casa, dopo anni di migrazioni nelle varie cittadine più vicine, che ora, causa la crisi economica in atto, non è più una "valvola di sfogo" e i cassaintegrati aumentano in maniera esponenziale.
Anche il nostro Governo, delle larghe intese,  sbandiera tanto la facilità di poter avere finanziamenti per le ditte che "veleggiano" nel mondo del lavoro in piena "salute", ma purtroppo sembra proprio che le banche attuino un procedimento da lumaca, prima di decidersi a dare quanto richiesto tanto da costringere la ditta a pericolosi ritardi che ne possono turbare o addirittura impedire la realizzazione del progetto.

E dire che gli attuali proprietari della società: Ivano Sambuchi e Mauro Vannoni, rispettivamente Presidente ed Amministratore Delegato sono ai vertici di un'azienda florida,  molto apprezzata e in continua espansione. La SVI SPA ha avuto ed ha ancora uno sviluppo annuo di 15 milioni di euro, nonostante la crisi che stiamo attraversando specialmente in Italia. Questa ditta ha saputo reagire bene alla crisi imponendosi sul mercato mondiale grazie a quelle specificità tutte italiane che caratterizzano il Made in Italy : design, funzionalità e prezzo concorrenziale. Oltretutto è una Società sana, che paga le tasse, che assume giovani (l'età media dei propri dipendenti è di 40 anni), che fa ricerca e sviluppo con propri giovani ingegneri, che ha un trend di crescita del 10% all'anno. Nonostante questi dati così positivi trova difficoltà a farsi finanziare il 60% dell'investimento per il nuovo stabilimento. Considerando poi che l'altro 40 % la SVI SPA lo ha già messo a disposizione  dell'operazione a conferma della determinazione dei proprietari alla realizzazione dell'opera. Nel 2009 i proprietari intuirono che per mantenere e sviluppare ulteriormente la società, era necessario disporre di uno stabilimento in grado di ospitare tutto il ciclo produttivo con notevole risparmio economico grazie alla razionalizzazione della produzione ed ad una logistica migliorata ed in grado di accogliere nuove produzioni di macchine ferroviarie sempre più grandi che il mercato stava richiedendo, specialmente quello estero in continua espansione a differenza di quello italiano in forte recessione.

La SVI SPA trovò il sito adatto in Val Di Chiana, grazie alla disponibilità della Rete Ferroviaria Toscana che ha concesso l'innesto alla propria ferrovia presso la stazione di Lucignano e all'Amministrazione Comunale che si rese disponibile, da subito, ad effettuare in gran fretta una variante al piano regolatore per consentire la realizzazione nel nuovo insediamento industriale, progettato per dare lavoro a 80-100 persone interne alla stabilimento ed a molte altre per l'indotto che si sarebbe venuto a creare, che di questi tempi è proprio una manna.

Ma sentiamo il sindaco Maurizio Seri che da subito ha fatto quanto le era possibile per agevolare "l'entrata" nel suo territorio di questa nuova ed importante realtà imprenditoriale. "Posso tranquillamente dire che come amministrazione abbiamo accolto con favore questo nuovo progetto che avrebbe portato una nuova importante realtà lavorativa e abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità per agevolarne l'inizio. Sono fiducioso che le banche vorranno dare il giusto finanziamento che avrebbe, come detto, anche e soprattutto dei risvolti positivi per l'intera comunità. Anche la Provincia di Arezzo e la Regione Toscana, con la costruzione di una rotatoria e il compimento del ponte sopra la ferrovia ha dato un importante segno collaborativo per dare il via a questo progetto industriale. Come si può constatare le Istituzioni, consci dell'importanza di questo piano industriale hanno fatto la loro parte con grande senso di responsabilità. Tocca ora alle banche dare un segnale tangibile di collaborazione nell'interesse non solo dei proprietari ma di un'intera comunità e siamo sicuri che, a loro volta, non tarderanno a fare la propria parte.

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