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Diari che diventano libri e memorie che prendono vita sul palco

Al Premio Pieve tra teatro e pagine scritte

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Diari che diventano libri e memorie che escono dalle pagine scritte per prendere vita su di un palcoscenico: ecco cosa riserva la seconda giornata del 29esimo Premio Pieve Saverio Tutino. Il festival della memoria, in programma fino a domenica 15 a Pieve Santo Stefano (Arezzo), domani (sabato 14 settembre) propone tante iniziative legate dal fil rouge della narrazione autobiografica che esce dalle pagine dei diari e acquista nuove forme. Così diari e memorie diventano libri, brani raccolti per tema, che parlano di sport, trovano spazio all'interno di una rivista, e testimonianze della Shoah vengono trasposte in intense pieces teatrali.

Quattro pubblicazioni saranno presentate nell'arco della giornata. Il primo appuntamento è alle 9,30 con Lasciato nudo e crudo (Terre di Mezzo). Si tratta del testo di Castrenze Chimento, vincitore della scorsa edizione del Premio Pieve. Chimento impara a scrivere a 74 anni per realizzare un piccolo grande sogno: scrivere l' “odissea della sua vita” iniziata con una infanzia di abusi, abbandono e violenze, fino al riscatto rappresentato anche dalla “conquista” della scrittura. Interverranno Duccio Demetrio, direttore scientifico della Libera Università dell'Autobiografia, e lo storico Nicola Tranfaglia. Letture Andrea Biagiotti.

Alle 11 sarà il momento de L'espresso di mezzanotte, le memorie di Andrea Luschi, vincitore della XV edizione del premio LiberEtà. Interverranno Giuseppe Casadio, Patrizia Di Luca (direttrice del Museo dell'Emigrante della Repubblica di San Marino) e Bruno Ugolini. Letture di Grazia Cappelletti.

Allo sport è invece dedicato il numero 27 di Primapersona, Campioni fra le righe. La rivista semestrale dell'Archivio riporta stralci e storie di sport raccontate da persone comuni. Visuali diverse da quelle che ci arrivano dai giornali sportivi o dalle cronache televisive che saranno illustrate da Daniele Cinciripini, fotografo Simona Ercolani, regista e autrice televisiva del programma “Sfide”, Anna Iuso direttrice della rivista e da Stefano Pivato rettore dell'Università di Urbino.

Nel pomeriggio due storie intense, che affrontano altrettanti temi scottanti del Novecento italiano: la malavita romana e il triste fenomeno del femminicidio. Il primo libro si intitola In nome del popolo Italiano Storie di una malavita (Il Mulino), ed è edito nella collana dell'Archivio dei Diari Storie Italiane. Ripercorre la storia di Claudio Foschini, vincitore ex aequo nel 1992 del Premio Pieve, che scopre nel carcere romano di Rebibbia, dove sconta una pena, la passione per la scrittura. E' proprio nel periodo di detenzione infatti che scrive la sua autobiografia (11 blocchetti scritti in sette mesi) e la spedisce all’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano. Dalla nascita nella più degradata periferia romana, all’apprendistato da bimbo come borseggiatore sulla linea 64, fino ai furti in appartamento, le rapine, la droga: una vita che lo porta a entrare e uscire più volte dal carcere in una spirale che cresce fino al tragico epilogo, quando viene ucciso da una guardia giurata mentre cerca di rapinare una tabaccheria.

Il volume sarà presentato da Nicola Maranesi e Valia Santella (regista del film documentario su Foschini che fa parte dei Diari della Sacher), alle 15,30, accompagnati dalle letture di Andrea Biagiotti.

Alle 17,30 invece il tema femminicidio verrà affrontato con la presentazione di Tirai su di lei per troppo amore (Forum Edizioni). Il volume raccoglie le lettere dal carcere del pittore Giuseppe Forcignanò che nel 1914 uccise la moglie, la brillante giornalista Rosa Fernandez, per gelosia. Lettere che nel 1988 arrivarono tra i finalisti del Premio Pieve e che a un secolo di distanza dal delitto raccontano, purtroppo, una storia che anche i lettori odierni trovano attuale, che descrive con il punto di vista del carnefice un fenomeno in crescita. Il libro sarà presentato dalla scrittrice e giornalista Lisa Ginzburg, dalla regista Alina Marazzi, e Cristina Scaletti, assessore regionale alla cultura.

La seconda giornata del Premio Pieve Saverio Tutino si chiude con lo spettacolo teatrale Se non sarò me stesso. Diari e volti della Shoah della compagnia Teatro dell’Argine, diretta dal regista Andrea Paolucci. Sul palco Giada Borgatti, Micaela Casalboni, Lea Cirianni, Deborah Fortini, Ida Strizzi interpreteranno le storie di sei donne che hanno vissuto l'orrore della Shoa e lo hanno raccontato in diari e lettere conservati all'Archivio. Dalla giovane che si salva perché medico, alla bimba rinchiusa in un campo di concentramento che, nonostante tutto continua a sorridere alla vita come solo i bambini riescono a fare, fino all'avvocato Adelina che al momento della promulgazione delle leggi razziali in Italia decide di partire per la Palestina con il marito Ettore.

Uno spettacolo che non vuole “essere spettacolare”, ma semplicemente mettersi al servizio di queste donne e delle loro storie.Diari che diventano libri e memorie che prendono vita sul palco

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