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L’artigianato artistico e l’arte presepiale ad Arezzo

Un luogo unico: la bottega creativa "La Genesi"

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Nessuno si aspetterebbe, passeggiando per via Mazzini ad Arezzo, d’imbattersi in un luogo tanto particolare. Questo luogo è la bottega creativa “La Genesi” (Via Mazzini 34, Arezzo), che costituisce uno dei rari esempi, nella realtà cittadina, di quell’antica tradizione che concepisce l’artigianato come una forma artistica a tutto tondo, dotata di una propria specifica dignità. In questa bottega  sono esposti preziosissimi materiali lavorati col traforo. Il traforo è un’arte antica, oggi padroneggiata da pochi. Mario, il proprietario del “La Genesi”, è uno dei depositari di questo storico sapere. La sua concezione dell’artigianato vede in esso “il luogo” di una creazione artistica vera e propria. Grazie alla sua abilità di artigiano, questo giovane coraggioso, ha saputo valorizzare un patrimonio antico di conoscenze, che comprende anche l’arte presepiale. Di origini campane, Mario ha usato queste competenze come strumento di emancipazione. L’arte, infatti, se fatta col cuore, ha la potenza di “una salvezza”. Il messaggio che questo giovane vuole far passare è che l’artigianato, anche  in un mondo consumistico dove tutto è reiterabile e ricreabile, ha uno spessore artistico pregnante, che lo contraddistingue dalle produzioni industriali, in quanto in esso ogni opera è unica ed è il frutto di un sapere antico, ereditato di generazione in generazione. La stessa arte presepiale, così impregnata di sacralità, è il frutto della storia di un popolo, quello partenopeo, che è stato capace di far fronte alle difficoltà, grazie alla speranza e all’inventiva. In una realtà come Arezzo, una bottega come “La genesi” costituisce un esperimento insolito e coraggioso. Ad Arezzo, però, mancano spazi che valorizzino l’arte e l’artigianato artistico, concependolo nel suo reale valore. Le domande che dovremmo porci a questo riguardo sono: perché non valorizzare una simile ricchezza, utilizzandola come strumento di distinzione per la città e come fonte di nuovi impieghi? Perché non riconoscere finalmente anche all’artigianato artistico la reale dignità che gli compete? A ciascuno di noi la libertà di rispondere.

                                                                                     

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