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La straordinarietà dell’ordinario - FOTO

Alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea la mostra di Luigi Ghirri

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FOTOGALLERY

E’ stata presentata oggi, presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea in Piazza San Francesco, la mostra fotografica di Luigi Ghirri, a cura di Fabio Migliorati. L’esposizione ospita, oltre al maestro Ghirri, le opere di altri fotografi emergenti, tutte accomunate da una “concezione concettuale” della fotografia. Anche questa forma espressiva, infatti, sa essere portatrice di una riflessione profonda che nasce dalla realtà. Un concetto, quest’ultimo, che se da un lato rimanda all’oggettività, dall’altro resta perennemente velato da un’ambiguità che lega inscindibilmente ogni idea di “realtà” ad una rappresentazione soggettiva. Nelle foto esposte alla Galleria di Arte Contemporanea, gli elementi che costituiscono “il quotidiano” assumono una valenza diversa rispetto all’ordinario: gli interni di una casa, inquadrati nei loro dettagli, spalancano la porta della percezione visiva e la trasportano verso una decontestualizzazione degli oggetti che li coglie scissi dalla loro utilità e fa di essi “degli oggetti puramente estetici”. Il bello può quindi dimorare anche nell’usuale, poiché esso diventa inusuale per lo sguardo dell’artista. Ghirri, da parte sua, è un poeta della fotografia che, giocando sull’oscillazione continua tra macro-cosmo e micro-cosmo, dà vita a soggetti che, pur essendo reali, perdono tutta la loro “normalità”. Ecco, che una carta geografica, inquadrata da vicino, diventa simile a un lembo di epidermide sezionato, mentre un filo della luce su cui sono posati tre uccellini, diventa una porta che si spalanca sul cielo che, come puro nulla di colori, fa da sfondo all’immagine. La fotografia si allontana così da una funzione meramente descrittiva e si fa slancio dell’anima, poetica che a partire dall’ordinario sa comunicare una mistica. E se l’essenza della mistica è “il saper cogliere il nulla con meraviglia”, le foto di Ghirri ci preparano a una visone, in quanto sono esse stesse visioni che esprimono una tensione soffusa che tenta di impiegare la realtà empirica per superarla in una dimensione “dello spirito”, che non è scissa dalla materialità ma, anzi, dimora nella profondità più immensa di essa. Ghirri decostruisce così la realtà, per andare a coglierne gli elementi primari fondanti: il cielo, gli astri, gli uccelli, i prodotti dell’artificialità umana, come i lampioni. Tutto è visto in un’ottica che smembra la realtà per coglierne i dettagli, perché, forse, nella sovrabbondanza di stimoli da cui siamo sommersi, solo soffermandosi sui dettagli è possibile scorgere una dimensione “divina” nell’ordinarietà stressa. Insieme alla mostra di Ghirri, la galleria ospita le opere di Icastica che sono state donate alla “Collezione Civica del Comune di Arezzo”, una collezione che raccoglie opere risalenti fino agli anni ’60. Le opere di Icastica resteranno in esposizione alla Galleria di Arte Contemporanea fino al 19 Novembre, per poi trovare una collocazione permanente.  Sia le fotografie di Ghirri, che le opere di Icastica propongono al fruitore un’arte concettuale che ha per caratteristica principale quella di riuscire a trasformare l’ordinario in straordinario. Questo aspetto “magico” di cui l’arte è intrisa, fa di essa una Sibilla capace di offrire, all’attento osservatore, una nuova interpretazione dei tempi e, quindi, un superamento del presente in vista di un futuro che già ora ci apprestiamo a costruire.

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