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"Skyfall" riempie le sale e non delude le attese, il film è bello, gli attori straordinari, la regia raffinata

Vi raccontiamo il lavoro di Sam Mendes con una raccomandazione: non perderlo

a cura della Redazione
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L’attacco è fulminante. Un inseguimento in moto sul tetto del Gran Bazar di Istanbul e un secondo su quello di un treno che raramente si dimenticano e che rappresentano un ottimo biglietto da visita per “Skyfall”, “senza ombra di dubbio uno dei migliori film della lunga serie, accanto a “Casino royale” e “Goldfinger”. Un inseguimento che caratterizza l’inizio ma pure la fine, come sottolinea l’attacco della raffinatissima sigla, di Adele “this is the end…” (nda il pezzo è già un cult ). In questo nuovo capitolo, che festeggia peraltro i 50 anni della serie, entrano temi che fanno parte del vivere quotidiano: l’età che avanza, i recessi della mente, il richiamo delle origini, percorsi dell’anima che non hanno mancato, addirittura, di far scrivere parole di elogio all’ Osservatore romano. Ma torniamo agli eventi che fanno prendere forma alla vicenda. Siamo a Londra, la vecchia M/Judi Dench è minacciata da un pazzo che manda messaggi inquietanti in rete e fa saltare in aria il suo ufficio. Accanto a lei Mellory, il nuovo personaggio destinato a grandi cose, interpretato da un invecchiato ma azzeccato Ralph Fiennes. Daniel Craig invece, dopo l’adrenalitico inseguimento, lo vediamo ai Caraibi stanco e demotivato ma pronto a rimettersi subito in gioco quando vede in tv l’attacco alla sede dell’MI6. E qui c’è la prima chicca, un paio di citazioni omaggio ai film con Roger Moore: “Solo per i tuoi occhi” e “Bersaglio mobile”. Per palati fini ovviamente, a qualcuno forse sfuggirà. Prima di proseguire il cammino, c’è poi la certezza che è tornato un vecchio personaggio tanto amato dai fans della serie: Q, il procacciatore di gadgets salvavita.  In questo film però ci si limita a una pistola e a una semplice radiotrasmittente, mettendo da parte pacchianerie da B-movie. Qui Q è giovanissimo, con un look anni Sessanta che tanto ricorda i film di Connery, seconda citazione. Il suo incontro con Bond in un museo è grande cinema. I fatti si snodano tra Shangai e il suo strepitoso notturno e Macau con atmosfere all’Indiana Jones ( il casino ricorda molto quello in Nepal nel primo capitolo della saga) per condurci gradatamente a conoscere il cattivo di turno, uno straordinario Javier Bardem alias Raoul Silva o Thiago Rodriguez che entra in scena con un piano largo che progressivamente muta in primo piano da lasciare senza parole. Bravo ed ironico,  Bardem riesce a consegnare al film continua tensione. Osservando il suo volto non si sa mai cosa potrà succedere e cosa effettivamente succederà. Il secondo tempo, al contrario di quanto scritto da alcuni critici inglesi, è dinamico e molto intenso. Si torna a Londra, dove Bardem/Silva tiene sotto scacco M e la città, da segnalare la scena in metropolitana molto pregevole. Il colpo al cuore per gli appassionati del genere è assicurato però da una saracinesca che alzandosi regala il colpo d’occhio di una vecchia Aston Martin protagonista dei primi film, e siamo alla terza citazione. Infine l’epilogo. Si gioca in casa di Connery/Bond, in Scozia. Alla fine si capirà che cos’è Skyfall, da dove viene Bond, chi è Silva e tante altre cose, peraltro con un paio di sorprese finali, compreso il ritorno di un altro personaggio molto amato. Sam Mendes ha costruito una bella storia, tornando al classico, pochi effetti speciali, molte sparatorie ed inseguimenti come ai vecchi tempi, realizzando un film che è un omaggio a chi ha fatto di 007 leggenda, ovvero Sean Connery e Roger Moore e allo scrittore che Bond lo aveva pensato così. Ci è piaciuta la linea sobria, l'attenzione verso i temi che segnano il vivere quotidiano, il terrorismo per esempio ( la poesia di Tennyson letta dalla Dench è simbolica) , l'incrocio magico tra vecchio e nuovo: "la giovinezza non è garanzia di innovazione" dice Craig a Q in un passaggio. Sam Mendes è stato bravissimo nel trasformare una stanca saga seriale in un giocattolo d'autore e di spessere, un eccessivamente atletico Daniel Craig in un agente segreto si dinamico come impongono gli Anni Duemila ma anche psicologicamente profondo ed esteriormente elegante quanto richiesto dal personaggio, grazie soprattutto agli abiti pennellati da Tom Ford e non più da Brioni (che ci piaceva comunque molto)  Daniel Craig ha tutta l’aria di essere pronto ad inserirsi  nell’olimpo dei grandi dove da tempo sta già Javier Bardem. Che dire poi di Judi Dench, ci piace tanto con il bel volto segnato dalle rughe e gli intensi occhi blu che esprimono tutta l’umanità di un’anziana donna mixata alla perfezione con la durezza di un capo che, di fronte ai suoi fallimenti, si sente perduto. La Dench ci ha colpito tanto da sperare che i film come “Skyfall” possano conquistare uno spazio legittimo nella “Notte degli Oscar”. Volendo trovare un difetto al film puntiamo l’attenzione sulla lunghezza eccessiva ma la accettiamo volentieri perché “Skyfall” è talmente bello da farci indurre nella tentazione di tornare a vederlo subito.Chiudiamo con gli incassi.  Nel primo giorno di programmazione ''Skyfall'' ha incassato al box office 641.978 euro seguito da ''Viva l'italia'' con 139.114, tallonato da ''The Possession'' 138.469 euro. In quarta posizione ''Silent Hill'' in calendario anche ad Arezzo. Da segnalare infine che all'Eden è arrivato "Il matrimonio che vorrei". 

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