Chi non conosce la Bosnia proverà sicuramente meno emozione ma giusto una sfumatura. La drammatica vicenda dell'assedio di Sarajevo, città simbolo di una guerra cambattuta praticamente in casa, nel cuore dell’Europa, è comunque universalmente riconosciuta come una delle pagine più oscure che l'umanità abbia attraversato. “Venuto al mondo” è un film che, di quella guerra, fa un ritratto intenso attraverso la vicenda umana di Gemma e Diego, due giovani che, loro malgrado, si ritrovano a Sarajevo proprio durante quei drammatici giorni. E dall’ottica tutta personale della sua storia, Gemma ripercorre quanto accaduto nel 1992. Gemma, giovane studentessa romana, incontra Diego durante le Olimpiadi invernali del 1984 di Sarajevo, città culturalmente ricchissima al centro della Bosnia. Lo ritrova a Roma dopo il suo divorzio, se ne innamora e da lì affronta con lui una vita fatta di alti e bassi, di passione e di dolore quando si rende conto di non poter avere figli. I due tornano in Bosnia e da lì la vicenda si sviluppa sotto le bombe, non solo quelle dei serbi su Sarajevo ma anche quelle metaforiche che la vita impone a chi la recita, agli uomini per intendersi. Sergio Castellitto che del film è regista e sceneggiatore insieme alla moglie Margaret Mazzantini, autrice del libro Campiello 2008, usa una regia attenta, generosa, non impeccabile nei particolari ma sicuramente rispettosa dell’effetto “matrioska” della storia. Ovvero, una vicenda dentro l’altra. Peccato che, a tratti, ci siano piccolissime cadute di tono che non danneggiano però, ad essere sinceri, la scorrevolezza della narrazione, mantenendo intatta la magia delle sorprese finali lungo il mare azzurro della Croazia. Delicata e commovente la scena della violenza sessuale che mette in primo piano tutta l’atrocità di una guerra pagata soprattutto dalle donne. Gli attori sono tutti bravissimi, dalla straordinaria Penelope Cruz all’intensa Saadet Aksoy, 29enne attrice turca di straordinaria bellezza per arrivare al colorito quanto incisivo Adnan Haskovic, attore bosniaco calato perfettamente nel personaggio di Gojko. Di troppo probabilmente il piccolo ruolo che Sergio Castellitto si è ritagliato peccando un po’ di vanità data la somiglianza con il figlio che non gioca a favore della trama degli eventi. Piace segnalare il cameo di Jovan Divjak, il “serbo buono”, il militare che nel 1992 lasciò l’esercito serbo e si fece parte attiva della resistenza bosniaca, oggi presidente dell’associazione “Obrazovanje gradi bih ( l’istruzione costruisce la Bosnia) e autore del celeberrimo libro “Sarajevo mon amour”. Complessivamente “Venuto al mondo” è un bel film, da vedere anche per non dimenticare. Per non dimenticare che un giorno qualunque possono arrivare i carri armati e le nostre case saltare in aria all’improvviso, come la cameretta di Aska. “Avevamo la nostra casa e vivevamo bene, un giorno sono arrivati i carri armati e ci hanno detto che erano per proteggerci ma questi hanno sparato contro di noi. Allora siamo scappati e io sono fortunata se oggi posso raccontarlo insieme a mio marito e a mio figlio….Ho vissuto due anni con lo stesso paio di scarpe strette, oggi però sono felice” – scrive Anja, quarantenne bosniaca che vive nell’aretino. “Venuto al mondo” parla anche di lei…..

