Il dramma visto con gli occhi della commedia. David O.Russell punta la cinepresa su un’ottica diversa parlando di follia e di metodo per accettarla e conviverci con la forza della risata. Il film, che negli Stati Uniti ha ricevuto forse in maniera esagerata ben otto candidature all’Oscar, è fresco, ben recitato e a tratti molto divertente. Parte piano ma nel finale conquista lo spettatore, merito anche dei due attori protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence che, come se stessero sul palcoscenico di un teatro, regalano due prove magistrali. Bravissima lei ( non a caso premiata con l’ambito Oscar) nel ruolo di Tiffany, una giovanissima vedova dark e assatanata di sesso ma positiva dentro che riesce non solo a uscirne ma ad aiutare gli altri a farlo. Bravissimo lui ( avrebbe meritato di più la notte delle statuette) nel difficile personaggio di Pat Solatano, professore di liceo che trova la moglie Nikki sotto la doccia con un collega e quasi lo ammazza. Per questo trascorre otto mesi in un ospedale psichiatrico rendendosi conto di essere bipolare. Lì per lì non vuole uscirne ma è grazie all’incontro “taumaturgico” con Tiffany che, non solo ne esce ma, nel finale da prova di aver davvero superato se stesso e i suoi problemi. Il film rallegra anche perché permette a Robert de Niro di tornare a recitare in un lavoro vero. Il mostro sacro di Hollywood è perfetto nella parte del padre allibratore fissato con i Philadelphia Eagles, scaramantico e affetto da disturbi compulsavi di cui non si accorge e che giudica normali. Il film, tratto dal libro “L’orlo argenteo delle nuvole” di Matthew Quick, è davvero un apostrofo rosa in mezzo a tanta spazzatura che il convento cinematografico passa. Non sarà un capolavoro ( i capolavori tuttavia non sono di questo mondo) ma è una commedia vera, di classe, un giusto mix tra “situation comedy” e dramma, un piacevole carosello di recitazione spesso sopra le righe. Il suo valore però sta nel messaggio positivo che insinua nell’animo di chi lo guarda. Pat e Tiffany sono si squilibrati ma non rinunciano mai a trovare dentro di loro la forza per guardare avanti.

