Come una sorta di scatola cinese. Si inizia a vedere un film, poi la scatola si apre e ne esce un altro, poi un altro ancora. Tutti però legati da continuità narrativa. “Come un tuono” (titolo originale “A Place Beyond the Pines”) ha il sapore del grande cinema americano, quello ambientato in provincia che mette a confronto middle e low class in una sorta di confronto-scontro senza esclusioni di colpi. In quella provincia dove ognuno lotta se non proprio per un posto al sole almeno per prendere in mano la sua esistenza. Il regista Derek Cianfrance, classe 1974, vero e proprio ragazzo prodigio che ha fatto già vedere di che pasta è fatto con “Blue Valentine”, con “Come un tuono” propone un film in primo luogo sulla paternità, tema portante, molto intenso. Il tessuto narrativo si snoda dalla vicenda di Luke ( uno splendido Ryan Gosling) e di Romina ( Eva Mendes peraltro sua fidanzata nella vita) per passare attraverso quella di Avery ( Bradley Cooper) per poi concludersi con quella dei figli dei due, da segnalare il bravo Dane Dehaan, un volto alla James Dean che, malgrado la piccola parte in “Lincoln”, non si scorda. Tutto parte dalla necessità di Luke di essere padre, da quella di Avery di riconquistare il figlio che vuole stare con lui e infine da quella di jason che vuole capire chi è veramente suo padre. Il regista di origini pugliesi confeziona un film dove dimostra di aver preso a man basse da Clint Eastwood, maestro nel narrare simili situazioni e dove dimostra di poter dare addirittura di più. Le tre storie soprammesse, alla quale si aggiunge anche la sottostoria di Ray Liotta, poliziotto corrotto, sono ambientate a Schenectady, stato di New York, piccola città che potrebbe essere però ovunque, in provincia, anche nella nostra Bassa Padana, un luogo cioè dove vivere è mediamente migliore che da altre parti purchè si scenda a patti con la noia e le scarse possibilità di diventare qualcuno. Il film nella sua prima parte è sostanzialmente un action movie (Luke è un motociclista da baraccone) per poi svoltare all’improvviso con l’arrivo di Avery, il poliziotto che pone fine alla prima parte della vicenda e apre la seconda. Avery è un eroe per caso che finirà per calarsi nel suo ruolo e sfruttarlo per farsi largo nella vita, con qualche compromesso e una buona dose di cinismo. Il lavoro di Cianfrance si trasforma a questo punto in un melo intenso, in una saga tutta americana dove ognuno è artefice del proprio destino. Il film non perde mai però la sua strada il gusto del particolare, pervaso com’è da un forte senso dell’assoluto, da sempre indice caratterizzante del cinema americano di gran classe. Il film è inoltre una dimostrazione di come negli Usa sta crescendo una generazione di ottimi attori, eredi della grande tradizione degli Al Pacino, Robert de Niro, Dustin Hoffmann, che non faranno tuttavia rimpiagere nessuno. Ryan Gosling e Bradley Cooper ne sono un fesempio.

