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Il coro delle istituzioni: "Dobbiamo combattere ogni forma di illegalità" - FOTO

La mobilitazione promossa da Confcommercio contro la compravendita di servizi e beni contraffatti

a cura della Redazione
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Acquistare beni e servizi contraffatti, o ottenuti per vie illegali, non è soltanto un danno a chi li vende e produce regolarmente, ma a tutta la nazione. E' per questo motivo hce Confcommercio ha promosso oggi, 11 novembre 2013, la Giornata Nazionale contro ogni forma di illegalità. Il principio fondamentale intorno a cui ruota l'iniziativa e il vivere sociale, è quello del comportamento virtuoso. A partire da chi produce, passando per chi distribuisce, per finire al consumatore finale.

I dati parlano chiaro, oltre un terzo (35,6%) degli italiani ha acquistato almeno una volta un bene contraffatto o un servizio erogato da soggetti non autorizzati o che esercitavano illegalmente. Oppure ha anche solo scaricato da internet musica, software o altro, a palese danno del produttore e del diritto d'autore. I più colpiti - perchè sono vittime del sistema alla fine dei conti - sono i giovani e le donne. La crisi economica di questi ultimi anni porta in dote con se un altro dato allarmante. Tra i consumatori che dichiarano di aver acquistato almeno una volta nella vita illegalmente, il 71,6% dichiara di averlo fatto anche nel 2013. Ecco l'indicatore che punta verso il risparmio e la poca disponibilità economica, come causa scatenante principale degli acquisti illegali. Guardando alle tipologie di prodotto invece, l'abbigliamento è il più acquistato illegalmente (41,2%), seguono gli alimentari  (28,7%), gli occhiali (26,7%), la pelletteria (26,9%), le calzature (21%), i profumi e i cosmetici (18,1%), i farmaci e i prodotti parafarmaceutici (15%).

Il modo più facile per ricostruire la catena dell'illegalità, quindi, è andare a ritroso. Per combattere un problema, e vincere la battaglia, è sempre necessario analizzarlo e capirlo, ed è questo il primo obiettivo di Confcommercio. "Spesso e volentieri gli acquisti di beni e servizi contraffatti o abusivi, avviene per meri motivi economici. In Italia abbiamo delle normative che sono rigidissime, spesso al limite del vessatorio" - ha detto Franco Marinoni - "queste norme sono accettabili se sono appicate nei confronti di tutti. Se sopravvivono delle sacche di illegalità, i soggetti virtuosi non possono che soccombere alla maggior economicità dei prodotti e dei servizi contraffatti. Soprattutto in un periodo di crisi come questo, in cui i consumatori spesso sono spinti verso il prodotto contraffatto proprio dalla sua maggior economicità e dalla difficoltà di arrivare alla fine del mese"

Per raggiungere l'obiettivo della legalità quindi, è necessario combattere chi non si allinea alle regole, un compito che le forze dell'ordine portano avanti da tempo: "La realtà aretina, per fortuna, si discosta abbastanza da quello che è il dato nazionale, visto che qui da noi non si sottolieano particolari criticità" - ha detto il Questore di Arezzo Enrico Moya - "bisogna però sempre tenere gli occhi aperti per quei beni che vengono importati dall'estero, per i medicinali, i generi alimentari, tutti quei prodotti la cui contraffazione può portare anche danni alla salute oltre che le ben note conseguenze nel campo economico. Le forze di polizia, nei vari campi di specializzazione, sono da sempre attente a ogni genere di illegalità". Per il contrasto diretto della contraffazione e dell aproduzione in nero, Moya ha le idee molto chiare: "Qualsiasi iniziativa possiamo mettere in piedi per combattere l'illegalità, viene secondo me in secondo piano rispetto a quanto possiamo fare per instillare la cultura della legalità. Sono proprio i cittadini a far nascere il prodotto contraffatto con la loro voglia di seguire le mode anche a costi proibitivi. E' automatico che a quel punto nascano i prodotti contraffatti per soddisfare questi bisogni a prezzi minori, e chi li produce e li vende trova un terreno fertile e pronto all'acquisto col miraggio del risparmio, quando in realtà è il falso bisogno a creare la domanda"

Nel campo alimentari la questione è ancora più delicata, come sottolinea Tulio Marcelli di Coldiretti: "E' proprio nel settore agroalimentare che so contano il maggior numero di contraffazioni. Oltre il 28%, ed è un dato che fa paura. Teniamo conto che ci sono centinaia, migliaia di prodotti, che vengono venduti senza un'origine certa e controlli adeguati. L'ulteriore aggravante della questione è che il danno non è solo all'economia, ma anche alle persone. La salute viene messa a rishcio dalla contraffazione. Bisogna arrivare alla convinzione che il cibo è d'ìmportanza primaria per gli acquisti dei consumatori, e i controlli in questo senso devono essere più rigidi. Anche i cittadini devono fare la loro parte in questo ambito. Deve crescere la cultura del consumo consapevole".

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