Il ciclo di conferenze “Aretini alla sbarra, delitti, processi e sentenze in epoca medioevale e moderna”, organizzato dalla Società storica aretina in collaborazione con il Comune di Arezzo, prosegue martedì 3 dicembre con una conferenza di Anna Foa. La studiosa parlerà dell’uxoricidio di Pompilia Contarini, avvenuto a Roma nel 1698, e del conseguente processo. L’incontro, come di consueto, è in programma alle ore 17,30, all’auditorium Aldo Ducci di via Cesalpino.
Il 2 gennaio 1698, un nobile di Arezzo, il conte Guido Franceschini, accompagnato da quattro uomini, uccise nella loro casa di Roma i suoceri Pietro e Violante Comparini e la moglie diciottenne Pompilia, che lo aveva abbandonato trovando rifugio nella casa dei genitori. Pompilia aveva dato alla luce un figlio solo due settimane prima. I cinque uomini furono arrestati in una locanda sulla strada del ritorno. Il processo suscitò l’interesse dell’intera città. Era un delitto d’onore, anche se complicato dall’assassinio dei suoceri, come suggeriva il fatto che Pompilia era fuggita da Arezzo in compagnia di un giovane canonico? Oppure erano prevalenti i conflitti d’interesse? E quale ruolo giocava in tutta questa vicenda il fatto che i Comparini avevano quattro anni prima disconosciuto la figlia, confessando di averla adottata di nascosto alla nascita? Il 22 febbraio a piazza del Popolo il conte Franceschini fu decapitato, come esigeva il suo rango. I suoi complici furono invece impiccati. Del figlio di Pompilia, Gaetano, non restano tracce nella documentazione.
Anna Foa è nata a Torino e vive a Roma, dove ha insegnato Storia moderna all’Università “La Sapienza” di Roma. Si è occupata principalmente di storia sociale e culturale della prima età moderna, di storia dell’Inquisizione, di storia degli ebrei, di storia della Shoah. Tra i suoi libri: “Ebrei in Europa dalla Peste Nera all’Emancipazione” e, l’ultimo appena uscito, “Portico d’Ottavia 13. Una casa del ghetto nel lungo inverno del 1943”, ambedue per Laterza.
Il ciclo di conferenze della Società storica aretina, coordinato da Luca Berti, si propone non soltanto di mettere in luce le significative differenze esistenti fra la giustizia contemporanea e quella dei secoli pre-illuministici, ma anche di portare l’attenzione su processi e situazioni penalmente rilevanti che hanno segnato la storia aretina ed appassionato l’opinione pubblica, anche lontano dalle mura della nostra città.
La conferenza conclusiva è in programma il 10 dicembre, quando Franco Cristelli parlerà dei tumulti annonari avvenuti ad Arezzo del 1795. Come di consueto, gli incontri sono ad ingresso libero, con dibattito finale aperto a tutti.