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Dati turistici, perplessità di Confesercenti. Checcaglini: “Fuorviante il trionfalismo della Provincia

L'associazione di categoria insiste sulle difficoltà del settore alberghiero

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Il direttore di Confesercenti, Mario Checcaglini interviene alla luce dei dati sul turismo elaborati dalla Provincia. “Pieno rispetto - dichiara Mario Checcaglini – nei confronti di chi ha lavorato per elaborare il trend turistico nel territorio provinciale ma come associazione di categoria ci teniamo a precisare che purtroppo il trionfalismo con cui sono stati presentati non è minimamente in linea con il disagio registrato di mese in mese dalle imprese tradizionali del turismo”.
“Mi riferisco – spiega Checcaglini - agli alberghi. Gli imprenditori del settore a fatica riescono a mantenere il conto economico in pareggio. All’interno delle reception non sono state registrate crescite significative al contrario del dato annunciato in queste ultime ore con punte fino al 21% in termini di presenze in città e del 17% in termini di arrivi. La sensazione è che il turismo cresca si, ma in percentuali modestissime e comunque insufficienti rispetto al fabbisogno dell’economia che fatica a trovare nuove ragioni di sviluppo e che spera che il turismo sia una di queste”.
La percezione per l’associazione di categoria di via Fiorentina è “che il boom registrato sia influenzato da alcuni fattori specifici e forse irrepetibili e in quanto tali siamo preoccupati ove inducano a pensare che si fa abbastanza per la crescita del settore e ci possiamo dire soddisfatti. Al contrario le strategie di crescita del settore latitano, e non me ne voglia l’assessore al turismo della Provincia in merito a questa considerazione, anch’essa è -se così si può affermare - vittima delle politiche della Regione Toscana che dopo l’abolizione delle APT  non ha chiarito quali siano i soggetti istituzionali che debbono operare per la crescita del settore tanto da far ritenere che in fin fine la riforma sia solo servita a ridurre gli investimenti per la promozione del turismo”.
“Vedere dentro i dati – dice Checcaglini - è ciò che riteniamo necessario per capire se la crescita è un dato strutturale, di cui ci compiaceremmo ma del quale purtroppo non si avverte tra le imprese la sensazione, oppure è dato volatile magari influenzato dall’“emersione” del settore dell’agriturismo - un settore che emergendo semplicemente regolarizza un dato già acquisito - oppure dalla spirale cosiddetta “Chianciano” che influenza le presenze in alcune strutture che hanno scelto politiche di bassi costi accaparrandosi pernottamenti di chi sceglie il territorio attratto da politiche aziendali low cost. Arezzo però in questi casi è solo tappa-dormitorio per comitive che scelgono di raggiungere Roma o altre destinazioni. È chiaro che a queste condizioni il tessuto economico non riceve benefici da questo tipo di turismo”.
Per Checcaglini “dobbiamo quindi metterci intorno a un tavolo per analizzare le presenze senza ‘trionfalismi’ che rischiano di fuorviare la realtà di un settore come quello alberghiero per il quale c’è bisogno di portare avanti strategie”.
“Penso al ruolo di Arezzo Fiere e Congressi – spiega Checcaglini - che potrebbe ospitare convegni in grado di riempire veramente le camere di albergo. Un turismo congressuale da potenziare per far ripartire l’economia. Il Forum Risk Management in Sanità è l’esemplare testimonianza di una realtà che fortifica il territorio e l’economia. Spazio quindi ai convegni per promuovere tra l’altro un turismo convegnistico con flussi destagionalizzati in grado di portare ricchezza al territorio”.
I dati evidenziati secondo Checcaglini “fanno fare Arezzo un tuffo decennale nel passato, quando l’impennata di presenze fu legata al fenomeno del restauro degli Affreschi di Piero della Francesca. Oggi è impensabile che senza una promozione adeguata e cospicui investimenti si possa registrare crescite del 10% con punte fino al 21%. Al contrario c’è bisogno di analizzare i crolli registrati in alcune realtà con l’obiettivo non pessimistico ma costruttivo di cercare politiche condivise di rilancio”. I 7.500 ingressi in più alla Basilica di San Francesco? “Un dato legato a mio avviso – chiosa Checcaglini - esclusivamente all’introduzione del ticket obbligatorio ma che non deve essere letto come un incremento di presenze. Agli amministratori quindi dico di non enfatizzare una crescita che necessita di un’attenta analisi nell’interesse dell’intera economia del territorio aretino, senza intoppare nel rischio di far apparire Arezzo come un’isola felice quando in realtà il settore turistico e quello degli albergatori si trovano stretti in una morsa di problemi ”.

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