Nel consiglio Comunale di venerdì scorso finalmente è stata fatta chiarezza: il Partito Democratico non ha i numeri, se mai li ha avuti, dopo la rottura della maggioranza elettorale, per governare la città sostenendo la giunta Fanfani.
Quello che potrebbe sembrare un semplice giochino matematico, così è stato definito dalla coppia Bracciali & Bertoli, si riverbera drammaticamente nella vita quotidiana dei cittadini aretini. L'amministrazione comunale di Arezzo è immobile di fronte ai mille problemi, alle sfide ma anche alle opportunità che la crisi costantemente propone.
Con una dichiarazione, cui riconosciamo l'onesta intellettuale, prima della votazione della variazione di bilancio, il capogruppo Pd Bracciali ha spiegato di aver chiesto soccorso, stante l'assenza di alcuni consiglieri di maggioranza, a quelle forze di opposizione che, a suo giudizio, svolgono un'opposizione "non strumentale". A questa schiera hanno poi dichiarato di appartenere i Popolari di Scatizzi e la Lista Lucherini.
Quello che invece non è accettabile è il modo offensivo di porsi del Pd che ha preventivamente definito "liste di proscrizione" tra l'opposizione giusta e quella sbagliata. Il MoVimento 5 stelle ha sempre, e questo è innegabilmente testimoniato dai fatti, svolto un ruolo di critica ma anche di sostegno, quando era il caso, e di proposta basato sull'approfondimento dei temi, al di là di qualsiasi strumentalizzazione ideologica.
Dopo questa intemerata non è dato di sapere con quale credibilità il Pd, giorno per giorno, chieda condivisione nelle scelte, questo si apparirebbe estremamente strumentale.
In ultimo sorprende, ma non più di tanto, visto ciò che il Pd è riuscito ad intessere a livello nazionale, l'accordo con l'ex sindaco Lucherini con cui Fanfani aveva ingaggiato una feroce campagna elettorale sui temi della legalità. Ma si sa, la politica è l'arte del possibile.
