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Trent'anni del Ceis, quindici di I Care. Una grande storia aretina"

Mercoledì una serata speciale al Teatrio Mecenate

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“Trent’anni di Ceis, quindici di I Care. Una grande storia aretina. Un traguardo importante, anzi due, da festeggiare insieme a tutta la città. Due compleanni per due associazioni del sociale aretino venute alla luce per la necessità di dare risposte e speranze a domande e problemi che affliggono anche il nostro territorio”. Così presentano il doppio anniversario Franco Balò ed Emilia Crestini, rispettivamente presidente e direttrice del Ceis. “Sulle tossicodipendenze si verifica un fenomeno strano: se ne parla, poi cala il silenzio e quando accade sembra che il problema sia risolto. In realtà non è così, tuttora è presente”.

Trent’anni di storie, che saranno le protagoniste della serata degli auguri e delle feste, organizzata dalle due associazioni e patrocinata dal Comune di Arezzo che sarà celebrata mercoledì 18 dicembre, dalle 21, al Teatro Mecenate. Una serata dove le emozioni e i racconti dalla vita e dalla viva voce dei ragazzi, aiuteranno lo spettatore in un viaggio diverso attraverso le strade della nostra città. “Sono stato testimone come medico – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali del Comune di Arezzo Marcello Caremani – della nascita del Ceis. Noi giovani medici che credevamo di essere depositari della scienza del trattamento delle tossicodipendenze reagimmo con un certo scetticismo. Poi, specialmente dopo l’esplosione dell’Aids, la vicinanza del Ceis al nostro lavoro ci è apparsa fondamentale. Insieme coniammo una frase: meglio un tossicodipendente che un tossicodipendente sieropositivo, perché apparve subito con chiarezza che nel secondo caso ci saremmo trovati dinanzi a una doppia terribile marginalità. Il Ceis è uno degli esempi che ci permette anche di riflettere sull’evoluzione del nostro stato sociale: da un welfare così come lo abbiamo conosciuto stiamo passando a un welfare municipale che vede nel volontariato un partner essenziale. Questa alleanza tra sanità pubblica e privato sociale è stata un passaggio che personalmente ho vissuto nelle sue fasi tanto che se noi medici chiamiamo i tossicodipendenti ‘casi clinici’ e gli operatori del Ceis ‘storie’, nonostante la diversità dei termini attribuiamo a essi la stessa valenza”.

La serata sarà anche l’occasione per presentare il libro “Così Lontani, Così Vicini: Bambini Invisibili”, titolo per altro omonimo dell’appuntamento di mercoledì sera, la raccolta di ben 51 racconti su cui si basa l’intero spettacolo, una selezione dei lavori svolti durante i laboratori di scrittura dai giovani delle comunità o dai bambini dei servizi dell’I Care e dagli operatori delle strutture. “Perché bambini invisibili? – ha precisato Emilia Crestini – Perché i ragazzi del Ceis sono stati anche bambini con storie di sogni interrotti”.

Grandi ospiti, per una serata speciale: infatti, colpiti dalla verità dei racconti, si è instaurata una vera corsa alla collaborazione da gran parte della comunità italiana dello spettacolo. Alcune delle letture, infatti, sono state gentilmente registrate da attori del calibro di Gigi Proietti, Flavio Insinna, Gabriele Cirilli, Alessio Boni e Marco Marzocca e da un pezzo di storia della televisione italiana, come Pippo Baudo. Grazie al prezioso coinvolgimento di Alessandro Fioroni e della sorella Barbara. Anche loro, infatti, hanno voluto partecipare a questa grande festa della città. Sarà inoltre presente una delegazione dell’ACF Fiorentina.

Una festa che sarà un vero e proprio spettacolo: alle letture degli attori, si alterneranno dei video che riguardano gli spazi e i luoghi delle nostre città, per un’esperienza multimediale vera di accompagnamento alle storie e a loro, anche delle vere e proprie performance dal vivo, con interpretazione dei brevi racconti.

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