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Saldi, al via con sprint. Primo bilancio della Confcommercio

Dopo il primo lungo week end delle vendite di fine stagione l'Ascom fa il punto

a cura della Redazione
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Prime tre settimane quelle decisive per gli acquisti, poi calo ‘fisiologico’ a meno che non arrivi un’ondata di grande freddo. Giubbotteria, maglieria, calzature e borse i prodotti più venduti. Clienti sempre più preparati e decisi sugli acquisti da fare. Ma i saldi sono ormai un rito collettivo e trasversale per età e ceto sociale, a cui tutti vogliono partecipare

I saldi invernali 2014 in provincia di Arezzo si sono aperti con una spinta molto forte, in qualche caso addirittura superiore a quella degli altri anni. Lo conferma il direttore della Confcommercio Franco Marinoni: “merito dei media, che hanno dato grande risalto all’inizio delle vendite di fine stagione, ma merito anche della coincidenza fra la data di apertura dei saldi, il 4 gennaio, e il week end lungo della Befana, che ha concesso a molte persone l’opportunità di guardarsi intorno e fare shopping con calma”. Gli acquisti sono andati molto bene sabato e domenica, appena un lieve calo si è registrato nei centri della provincia il giorno dell’Epifania, quando molti hanno preferito concentrarsi sulla festa in famiglia Sempre alta invece l’affluenza di clienti nel capoluogo, dove la Fiera Antiquaria del 4 e 5 gennaio ha attirato più turisti, molti dei quali rimasti anche per la Befana.

“Le prime tre settimane saranno quelle decisive poi la spinta dei saldi è destinata ad affievolirsi come ogni anno – dice Marinoni - a meno che non arrivi un’ondata di grande freddo a risollevare ancora le vendite dei capi invernali”.

Secondo l’indagine della Confcommercio aretina, i prodotti più acquistati a saldo in questi primi giorni sono stati, nell’ordine: giubbotteria, maglieria, calzature e borse. “I clienti sono sempre più preparati, anche grazie ad internet; entrano in negozio con le idee molto chiare sui capi da cercare - nota il direttore Marinoni -  A fianco di questi clienti, che affrontano i saldi in maniera scientifica, ci sono poi altri tipi di clienti, che cedono ad acquisti di impulso ma di entità molto contenuta. E questo spiega le file di fronte ai negozi di intimo low cost”.

“I saldi sono un rito a cui tutti vogliono partecipare, un fenomeno trasversale per età o ceto sociale. Dieci anni fa i clienti principali erano adulti, soprattutto padri e madri che facevano acquisti per tutta la famiglia. Adesso i saldi interessano tutti, perfino i giovanissimi che ovviamente hanno capacità di spesa più limitata”.

Dal cliente classico che cerca capi spalla evergreen, al cliente fashion che invece si lascia affascinare dalle mode, tutti preferiscono negozi che garantiscano lo stesso trattamento anche durante le vendite di fine stagione. “Possibilità di provare i prodotti e di cambiarli, possibilità di avere servizi di sartoria aggiuntivi sono punti a favore dei negozi tradizionali, dove il rapporto è più diretto”.

Secondo alcuni operatori della provincia, la prima impressione è che gli aretini abbiano limato più il budget per i regali di Natale che per gli acquisti a saldo. “Il rinnovo del guardaroba, soprattutto per le famiglie con bimbi piccoli, è quasi obbligatorio quindi dovendo scegliere qualcuno ha preferito lasciare un po’ di soldi da parte per i saldi.”.

350 euro l’importo che ogni famiglia aretina destinerà ai saldi secondo le stime previsionali della Confcommercio: “un po’ meglio della media nazionale, ma pur sempre in calo di oltre il dieci per cento rispetto a tre anni fa. Non poteva essere altrimenti, in un quadro di consumi interni al palo. Anche chi non ha subito i colpi della crisi sta fermo: a frenare l’entusiasmo restano sempre l’incertezza sul futuro e la pressione fiscale, che ancora per il 2014 non è affatto chiara”.
Due sono le categorie di clienti che entrano in negozio in questo periodo: “quello abituale, che completa il rinnovo del guardaroba negli stessi negozi dove fa acquisti durante l’anno, e poi quello occasionale che arriva proprio per approfittare degli sconti. In ogni caso, per i negozianti è l’occasione di farsi conoscere ad un giro più ampio di clientela. Ovvio che questo valga per le città più grandi. Nei piccoli centri di vallata i saldi sono un fenomeno molto più marginale”.

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