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Alla scoperta del mondo del vino con la startup Terre d’Origine

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Il 25 settembre, presso lo Slash Plus al Vomero, si è tenuta una degustazione di vini marchiati Terre d’Origine, ambiziosa ed innovativa startup che punta a riscoprire le piccole realtà vinicole locali e tradizionali. Nata dall’intuizione di due giovani ragazzi, Pierluigi Fusco e Francesco Cimmino, la startup rappresenta il primo network di micro cantine in Italia. L’iniziativa sta coinvolgendo numerose piccole realtà, in tutto il Paese, dedite alla produzione artigianale del vino e con dietro una forte tradizione e storia.

L’idea di creare questo network non è passata inosservata ed ha trovato molti consensi e feedback positivi; Terre d’Origine è stata infatti anche inserita nel circuito dell’Academy 012factory, uno dei più grandi acceleratori di startup in Italia.

Alla degustazione, oltre che all’assaggio dei vini locali, sono state anche affrontate varie tematiche relative alla produzione del vino e alle difficoltà dei piccoli produttori. In particolare, tra gli argomenti trattati, si è parlato di come il settore sia sempre più soggetto a dinamiche di controllo da parte di grandi aziende vitivinicole. Questo ovviamente va a scapito di storiche e tradizionali cantine a conduzione familiare o artigianale e che hanno una forte denotazione territoriale.

Inoltre, come sottolineato dagli organizzatori dell’evento, le caratteristiche dei vini, soprattutto nelle grandi aziende, sono sempre più alterate mediante trasformazioni chimiche, snaturando così il prodotto della sua essenza. In tal modo si riduce inoltre la qualità e la diversificazione proprie dell’annata e della metodologia produttiva. Tutto questo si riflette sul consumatore finale, che non ha quindi più contezza della storia e della genuinità del prodotto, e potrebbe essere quindi portato ad allontanarsi da questo affasciante mondo.

Terre d’Origine si pone quindi lo scopo di arginare questo e altri problemi. Attraverso i suoi prodotti e le sue degustazioni, la startup, nata appena otto mesi fa, si pone proprio l’obiettivo di fornire un vino locale, genuino e tradizionale, senza però trascurare la storia millenaria che quello stesso vino ha da raccontare.

Tuttavia, la startup non si limita solo a fornire vino prodotto localmente, ma sta lavorando anche alla messa a punto di molte soluzioni innovative per il settore e che andranno ad arricchire la sua value proposition verso la clientela.

In particolare, servendosi delle nuove tecnologie, si punta anzitutto alla creazione di un e-commerce, utilizzando le informazioni reperibili per ciascun vino. Le informazioni saranno ottenibili anche dalla bottiglia stessa attraverso tecnologia QR Code, mostrando così anche accostamenti con altri prodotti tipici da abbinare in fase di acquisto.

Si lavora anche per la possibilità da parte dei clienti di “adottare” una barrique, botte o serbatoio; sarà possibile in tal modo controllare da remoto le condizioni del vino, tramite app, cloud e sito web.

Verranno inoltre organizzati contest e giveaway, incontri, tour, degustazioni, tutoriale e workshop seguibili anche dai social.

Fusco e Cimmino tendono inoltre a ricordare come le tradizioni enogastronomiche non consistano solo nel valorizzare prodotti come il vino o altri piatti tipici di una regione (o di quelle limitrofe); nel caso di Terre d’Origine tali tradizioni enogastronomiche si trasformano infatti in un’opportunità per raccontare della storia del luogo, dell’evoluzione nel tempo dei costumi e della cultura e rimarcare l’importanza di trasmettere tali tradizioni.

 

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