«Poco mi interessano le liti tra il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani e il presidente del Consiglio comunale aretino Luciano Ralli verificatesi ieri in aula. Così come poco mi interessano le rinunce – o presunte tali – ricordate dallo stesso Fanfani e a cui si sarebbe sottoposto per restare a fare il sindaco di Arezzo. La verità è altra, e il problema è di ben differenti dimensioni».
«Il punto, infatti, è che Fanfani ha gettato il sasso in piccionaia cercando di scavalcare i partiti, soprattutto il Pd nel quale si sente sempre più in gabbia, per arrivare a comporre una giunta comunale di sua esclusiva espressione. Ralli altro non ha fatto che ricordare a Fanfani che lui è come l’Iva; ma non nel senso della Zanicchi, bensì in quello dell’imposta sul valore aggiunto, in quanto l’imponibile lo ha portato il Pd per farlo eleggere a sindaco».
«Questa è una lotta tutta interna che, lo ripeto, rischia di far passare in secondo piano tutti i gravi problemi che via via si addensano sulla città di Arezzo. Leggo oggi che per il tanto decantato boulevard di via Crispi mancano i fondi, mentre risorse sono state destinate a un Teatro Tenda che chissà se mai vedrà la luce e, in ogni caso, chissà con quali risultati in termini di ritorno economico e di immagine per la città ».
«Arezzo langue, e quella che dobbiamo essere pronti a cogliere è una sfida per il rilancio nell’esclusivo interesse dei cittadini che vorrebbero vedere ben messa a frutto quella storica posizione di baricentro geografico che in tempi non tanto lontani ha fatto la fortuna della nostra Arezzo. Occorrono passione, slancio, impegno per immaginarci una prospettiva diversa e non così frustrante come le vicende odierne amaramente ci testimoniano».
