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Centro affari gremito per parlare di scuola e lavoro, il ministro Profumo grande protagonista

Stamani il meeting che ha visto la partecipazione di moltissimi studenti ed insegnanti

a cura della Redazione
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Hanno iniziato ad arrivare, con i pulman, intorno alle 9. Negli occhi la spensieratezza della giovane età ma anche tanta voglia di guardare al futuro, facendo la scelta migliore. Così centinaia di studenti di istituti superiori aretini stamani hanno raggiunto l'Auditorium di Arezzo Fiere e Congressi che era letteralmente gremito. Con loro gli insegnanti e poi i rappresentanti delle università, delle forze dell'ordine, delle istituzioni locali. Intorno alle 10, dopo che avevano già preso la parola il preside del Polo Univarsitario aretino Biggeri, il presidente della Camera di Commercio Tricca, oltre a tecnici del progetto Alma (lavoro post universitario) è arrivato l'atteso Ministro Profumo. Questi i protagonisti del meeting scuola-università-lavoro, organizzato dal Polo Universitario Aretino in collaborazione la Camera di Commercio e con il MIUR -Ufficio SColastico Territoriale, con gli Istituti Superiori della Provincia di Arezzo, con le Università di Siena e Firenze, con le Istituzioni Locali e con le Associazioni di Categoria, organizzato proprio per gli studenti , maturandi ed universitari aretini. Scopo della manifestazione era quello di offrire una serie di informazioni ed un primo orientamento in grado di condurre i circa 2600 studenti aretini che conseguiranno quest'anno la maturità ad un primo contatto conlle Università ed i circa 8500 studenti universitari aretini a confrontarsi con le imprese, le istituzioni e gli ordini professionali in prospettiva di un futuro ingresso nel mondo del lavoro. Orientamento appunto. E proprio di questo ha parlato il ministro Profumo ritenendo che ci sia la necessità di "un percoso più lungo per far decidere ai ragazzi quali sia il loro futuro universitario. L'orientamento, purtroppo, non fa parte della cultura del nostro paese. I dati ci dicono che il 20% degli immatricolati al termine del primo anno lascia l'università. Ed il 40%, al termine del percorso, dice che non avrebbe scelto la facoltà frequentata. Il nostro Paese non è capace di dare informazioni per fare delle scelte che corrispondano ai sogni dei nostri studenti. I ragazzi hanno bisogno di visitare le unoiversità, provare ad assistere alle lezioni, visitare attivamente le fabbriche, i luoghi di lavoro. L'ottanta per cento degli studenti si iscrivono all'Università per sentito dire. Dobbiamo quindi tornare al servizio degli studenti. le università devono pensare seriamente all'orientamento che deve essere in itinere e riguardare, soprattutto, il secondo semestre del primo anno. A quel punto, infatti, possono un loro percorso definitivo"

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