La Loggia di San Donato in Piazza Duomo ospita da oggi al 28 Luglio la mostra “Non è qui, è risorto! Da Margaritone a Rosso Fiorentino, l'iconografia del Cristo in terra d'Arezzo”. La diocesi di Aezzo-Cortona-Sansepolcro e la Soprintendenza di Arezzo ne sono state le promotrici e hanno reso possibile quest'occasione. La mostra, oltre ad ospitare varie sculture di Cristo crocifisso, emblema di una spiritualità impregnata di misticismo e incentrata sulla Passione, espone tele preziosissime, tra cui la Deposizione di Rosso Fiorentino. Ai volti maestosi dei vari Cristo triumphans , si affiancano -nel corso della mostra- quelli contrassegnati dalla sofferenza del Cristo patiens. Le molteplici rappresentazioni del Cristo che la mostra propone comunicano una spiritualità profondamente radicata nella figura del Salvatore che, dopo la sua sofferenza, risorge. Dalle opere presenti, infatti, pare che il tema di principale interesse dell'esposizione sia proprio quello della resurrezione e di una fede che supera la sofferenza nella rinascita. Ai crocifissi lignei del XIII- XIV secolo – tra cui quello di Margherito d'Arezzo e quello di Pietro Lorenzetti- si affianca la scultura del Cristo Risorto, che regge con la sinistra la bandiera della rinascita, così come il Cristo di Piero della Francesca nella Resurrezione. In mostra anche i “Cristi della volata”, tipici della Valdichiana e una serie di oggetti liturgici come un ciborio lapideo del XVI secolo. La mostra narra quindi con estrema puntualità l'evoluzione dell'iconografia del Cristo nel corso dei secoli e nelle tradizioni popolari, oltre che in quella religiosa tradizionale. L' esposizione si conclude poi con la Deposizione di Rosso Fiorentino (1521), che celebra in modo originale la morte di Gesù, prima della definitiva resurrezione. L'opera inquadra al centro della scena un Cristo dalla pelle scura e con la barba rossa, che viene tenuto dalle braccia di tre figure, mentre Maria si abbandona al dolore ed è sorretta dalla Maddalena. La potenza espressiva di quest'opera è d'impatto unico e, come un'istantanea, immortala la deposizione aprendo già la porta alla resurrezione, poichè un Cristo con la pelle scura è, di per sè, qualcosa di sui generis, che lascia intravedere l'imprevisto. Quest'imprevisto solo accennato nella tela del Rosso Fiorentino, ma che presto farà irruzione, è la resurrezione di colui che da reietto si fa “onnipotente”, capace di sconvolgere il corso naturale degli eventi e le leggi di natura. La mostra, quindi, esponendo in chiusura la Deposizione, ripercorre la vicenda del Cristo, partendo dai Crocifissi lignei, fino ad arrivare alla resurrezione e c'invita a riflettere sul messaggio più profondo del Cristianesimo: la rinascita dopo il dolore, la resurrezione dal dolore e nonostante la morte.

