Nella vigilanza privata non c’è pace, e ad Arezzo, a causa dei mancati controlli sugli Istituti, da parte di Prefettura e Questura in primis, la situazione è davvero da terzo mondo. Un costante stato di totale “insicurezza”, per i cittadini, i commercianti e gli stessi operatori della “vigilanza”. Gli istituti di vigilanza, infatti, grazie alla mancato controllo, da parte di Prefettura e Questura, su quanto contemplato dalle norme in materia di sicurezza ed efficienza, stanno pesantemente mettendo a rischio numerosi posti di lavoro. Siamo al paradosso. Lavoratori licenziati e/o preziose assunzioni mancate, “grazie” a chi, pur dovendo per legge, non controlla. Questa è la difficile situazione che spinge, ancora una volta, la UILTuCS di Arezzo, a denunciare la drammaticità della situazione e, con chiarezza, le responsabilità delle amministrazioni che lo Stato ha sul territorio. "Quello che attende il settore è un periodo caldissimo, afferma Marco Conficconi segretario della UILTuCS, purtroppo lo spazio per le soluzioni sindacali è terminato e ci troviamo costretti, nei prossimi giorni, a depositare gli esposti per denunciare la totale mancata applicazione della norme ed il palese, mancato controllo, sia della Prefettura, che della Questura di Arezzo".
"Ma non ci fermeremo qui, continua il segretario, i nostri legali hanno predisposto azioni anche nei confronti di altri dirigenti di enti coinvolti (ASL, INAIL,ecc), in quanto, nonostante le molte accurate segnalazioni fatte, alcuni ispettori neanche si sono degnati di fare una verifica sulla gravità. A breve, inoltre, la UILTuCS di Arezzo avvierà un nuovo programma d’informazione rivolto a tutte le attività economiche del territorio. Un sistema studiato per raggiungere, capillarmente, tutte le società, consentendoci d’informarle sulle caratteristiche dell’istituto di vigilanza a cui hanno affidato la sicurezza della propria azienda, responsabilizzando, così, i commercianti sui rischi che corrono affidando appalti ad istituti che non rispettano leggi, contratti e diritti".
"Le aziende, prosegue Conficconi, hanno il diritto di sapere se l’istituto di vigilanza a cui hanno affidato la propria sicurezza ed in alcuni casi la sopravvivenza della propria attività, rispetta le norme e non scaricherà su di loro altri oneri. Una sorta di certificazione fatta dalla UILTuCS, visto che le amministrazioni, a cui è stato chiesto di collaborare, se ne guardano bene. Nei prossimi giorni, inoltre, depositeremo anche le richieste d’intervento messe a punto nei confronti della Securpol Group. In questo momento uno degli esempi più eclatanti della crisi occupazionale dovuta al mancato controllo del Questore e del Prefetto. L’istituto romano, infatti, nonostante una enormità di straordinari; 300 mila ore (quelle dichiarate), prodotte nel solo 2012, ha, inconcepibilmente, aperto una contestabile procedura di solidarietà per il personale amministrativo e ha sottoscritto, con alcune organizzazioni che una volta si richiamavano alla difesa dei lavoratori, degli accordi fortemente penalizzanti e senza alcuna certezza del posto di lavoro".
"Il tutto, racconta Luigi Marciano coordinatore del settore per la UILTuCS, senza nessuna autorizzazione e/o condivisione da parte dei lavoratori, anzi, nelle ultime assemblee unitarie, le GPG si sono espresse negativamente, ma purtroppo la proprietà è riuscita a far breccia nei cuori di alcuni sindacalisti. Questo, per altro, è l’istituto di vigilanza dove lavora il segretario dell’UGL sicurezza di Arezzo, che è anche rappresentante sindacale dell’azienda ed unico lavoratore iscritto al suo sindacato. I nostri iscritti comunque possono stare tranquilli, continua Marciano, stiamo solo attendendo che la Securpol applichi anche a loro questi accordi senza senso. La Securpol svolge principalmente attività di trasporto valori ed è proprio per questa ragione e per il rischio che quotidianamente corrono le GPG, che ci accingiamo a chiedere, formalmente, a tutte le Prefetture e Questure d’Italia di verificare ogni volta il carico e l’entità dell’equipaggio. La tentazione di risparmiare sulla sicurezza e sulla vita dei lavoratori non è una novità in questo settore" conclude Marciano.