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E' allarme esche avvelenate, fenomeno in crescita impressionante

Le zone più interessate sono alla periferia di Arezzo e Sansepolcro. 39 i casi nei primi mesi del 2013, lo scorso anno erano stati in tutto 66

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L'annuale appuntamento con i dati sul fenomeno delle esche avvelenate in Provincia si è trasformata in un vero e proprio allarme per un fenomeno che ha avuto una crescita esponenziale nelle ultime settimane. “La cronaca – ha annunciato il Presidente della Provincia Roberto Vasai - ha evidenziato numerosi casi rilevati in alcune zone cittadine ed immediatamente periferichein particolare ad Arezzo e Sansepolcro, per i quali l'Amministrazione Provinciale si è prontamente attivata collaborando con i cittadini e provvedendo all'immediata tabellazione e controllo delle zone interessate”. Per capire la rilevanza del fenomeno bastano i numeri: i casi di avvelenamento erano stati 66 in tutto il 2012 e sono già 39 in questi primi mesi del 2013. “Purtroppo - ha proseguito Vasai - il fenomeno è in continua evoluzione e, per quanto riguarda la casistica legata al territorio aretino, mirata in larga parte ad animali d'affezione quali principalmente cani e gatti, in particolare in ambiente urbano. Molto attenuata appare invece la casistica legata al mondo venatorio ed in lieve flessione anche quella relativa ai cani utilizzati per la ricerca di tartufo”. La Provincia, oltre a numerosi comunicati diffusi attraverso i media locali, ha promosso anche una campagna in rete attraverso Facebook contenente indicazioni utili in casi di presunto avvelenamento, nella speranza di favorire la conoscenza del fenomeno e dare ai cittadini uno strumento utile a riconoscere i sintomi e poter prontamente agire, poiché in questi casi la tempestività può salvare la vita degli animali. La Polizia Provinciale, che fisicamente opera nel territorio, attraverso un lavoro sinergico con Istituto Zooprofilattico e Servizio Veterinario della Usl 8 ed altri soggetti interessati, si impegna in attività di prevenzione e, a seguito di segnalazioni, al monitoraggio delle aree in cui sono stati rintracciati bocconi sospetti procedendo anche all'apertura di indagini per rintracciare gli esecutori materiali del fatto. “Quando è necessario – ha spiegato il Segretario generale Gabriele Chianucci – procediamo anche alla tabellazione delle zone dove ci sono stati fenomeni ripetuti, e fa una certa impressione il fatto che abbiamo dovuto tabellare anche un parco cittadino di Arezzo in zona Tortaia. Le indagini e i sopralluoghi compiuti ci hanno portato anche a cogliere sul fatto persone che sono state denunciate, contro le quali la Provincia si costituirà parte civile al processo”. La conferenza stampa è stata anche l'occasione per alcune raccomandazioni ai cittadini nel caso in cui ci si trovi di fronte ad una situazione di presunto avvelenamento: non toccare mai con le mani nude le esche avvelenate, che potrebbero contenere sostanze che attraversano la barriera cutanea; non annusare o comunque non portare mai vicino al viso il materiale sospetto, perché alcune sostanze come il cianuro o alcuni pesticidi emanano esalazioni altamente tossiche. L'invito è anche quello di segnalare subito, alle competenti forze dell'ordine, la presenza di bocconi avvelenati, in quanto si ritiene che oggi il rapporto tra i casi denunciati e quelli avvenuti sia di 1 a 5. Occorre ricordarsi che i bocconi avvelenati possono presentarsi sotto le più svariate forme che vanno dalle salsicce imbottite ai colli di pollo, fino ad arrivare alle crocchette imbevute con sostanze velenose. “Purtroppo la fantasia di queste menti distorte è molto fertile ed ogni anno troviamo nuove tipologie di esche, tra le quali anche una salsiccia riempita di ami da pesca che provoca la morte dell'animale con sofferenze davvero atroci -, ha affermato Vasai. Gli organi preposti sono vigili e allertati, ma solo grazie al supporto pronto ed informato dei cittadini sarà possibile contenere, e si auspica debellare, questo fenomeno così incivile”, ha concluso il Presidente della Provincia.

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