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Dalla sua amata Lucignano il celebre architetto Guglielmo Mozzoni ricorda il "suo" 25 aprile

Fu paracadutato a Milano per chiedere la resa al Comando del Fascio. Un ritratto unico di un pezzo della nostra storia

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L'Architetto Guglielmo Mozzoni, ricorda dall'alto delle sue 98 primavere il suo "25 Aprile". Questo giovane novantenne, impreziosito da una lucidità di un quarantenne, che è considerato uno dei più grandi precursori dell'architettura a misura d'uomo ( geniale la sua "Città Ideale)" che l'Italia abbia avuto,  è lombardo di nascita ma uomo del mondo per i suoi lavori che hanno lasciato il segno in molte parti d'Italia ed in buona parte del nostro pianeta. Quasi 50 anni fa si è innamorato di Lucignano e qui, è il suo Hermitage (una Badia circondata da un polmone verde invidiabile), il suo ritrovare la natura con la quale convive in perfetta simbiosi. Compatibilmente con i tanti impegni, in questi suoi soggiorni frequenti, le è accanto la moglie Donna Giulia Maria Crespi in Mozzoni, che, fra l'altro, è colei che è stata l'artefice principe della "Nascita" del  FAI della quale Fondazione ne è stata protagonista e Presidente fino a 2 anni fa e da allora ne è la Presidente Onoraria. Ma torniamo al nostro Architetto che, forse molti non ne conoscono la sua appassionante storia che lo ha visto partecipe e protagonista attivo di un momento storico importante della nostra Italia: la Seconda Guerra Mondiale. Nel mio libro, ci illustra l'architetto, "La vera storia del tenente Mozzoni" ho riportato fedelmente i tanti momenti che ho rischiato "la pelle" per fare il mio dovere facendo l'ufficiale di collegamento tra gli Alleati ed il Comando di Liberazione Nazionale Alta Italia attraverso la Svizzera, salvando tanti personaggi dalla dittatura, vedi Parri che lo accompagnai clandestinamente oltre la frontiera portandolo in spalla, date le sue precarie condizioni fisiche. Ogni viaggio era un'avventura, una volta, prosegue Mozzoni, fui ad un passo dalla fucilazione, infatti mi catturarono, mi legarono e mi portarono fuori dalla casermetta dicendomi: "Vieni, è ora di farti fuori". L'intervento degli amici Glisenti e Bustelli mi salvarono la vita". Ma ecco il suo "25 Aprile come ci racconta Lui stesso:" Fui mandato dagli alleati, inglesi ed americani, anzi paracadutato a Milano per chiedere la "Resa" incondizionata al comando del Fascio e l'ottenemmo senza spargimento di sangue. Poi visto l'efficacia del suo agire, ancora una volta fu comandato a partecipare ad una missione determinante: preparare i campi di atterraggio della Special Force e gli incontri tra gli alleati ed il Comando di Liberazione Nazionale Alta Italia. Un aereo Douglass, scortato da quattro Spitfire, partendo da Rosignano, in due ore, ci portò nel nostro cielo di Milano, erano le 2 del pomeriggio del 26 aprile 1945. Con una manovra record ci buttarono fuori a soli 90 metri di altezza e dopo pochi minuti ruzzolavamo sull'ippodromo di S. Siro. Gli ufficiali dell'esercito italiano paracadutati eravamo: oltre io, l'ing. Dino Bergamasco ed il dr. Edoardo Visconti di Modrone. Tutti in divisa con sul braccio sinistro il tricolore.  Appena visti gli aerei alleati, una folla enorme venne incontro a noi tra lacrime ed abbracci. Vedere la Wehrmacht disseminata in interminabili cortei di soldati tedeschi disarmati, avviliti, annichiliti, ci pareva un sogno". Il tenente Mozzoni, non è stato soltanto un bravo soldato, ma uno dei protagonisti, che spesso i nostri libri di storia tendono a dimenticare o passare sottopiano, ma è fuori dubbio che questo eroe fuori dagli schemi rimarrà sempre con quel suo alone di eroe anti eroe che forse non andrà nei libri di storia ma la storia non potrà mai cancellarlo.

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