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Vendite in flessione anche nel 2° trimestre, ma in maniera meno marcata

Gli ultimi dati aggiornati confermano la tendenza

a cura della Redazione
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 Nel secondo trimestre del 2013 l'andamento delle vendite al dettaglio è caratterizzato ancora dal segno negativo, come ormai avviene ininterrottamente dal primo trimestre del 2008. L'entità della flessione rispetto allo stesso periodo del 2012 è ancora rilevante         (-6,1%) ma, come si può notare anche dal grafico di seguito riportato, sembra rappresentare un prima discontinuità rispetto al “profondo rosso” che ha caratterizzato tutto il 2012 ed il primo quarto del 2013. Siamo di fronte sempre e comunque ad una flessione tutt'altro che marginale, ma la speranza è che, seppur lontani da una prossima crescita, si sia perlomeno superato il punto più critico di questa fase congiunturale.



Sono principalmente i piccoli esercizi (fino a dipendenti), il c.d.  commercio di vicinato, quelli che subiscono in modo particolare la prolungata fase di contrazione dei consumi e che hanno più difficoltà a mettere in atto politiche commerciali che possano arginare la crisi in corso (promozioni, ampliamento orari di apertura, etc.): il grafico di seguito riportato mette bene in evidenza come la categoria presenti quasi costantemente le contrazioni più marcate (-7,3% nel secondo trimestre 2013).
Anche la media distribuzione (da 6 a 19 dipendenti) non sta molto meglio: quasi costantemente di segno negativo le variazioni delle vendite dal primo trimestre del 2007 e spesso di intensità paragonabile (ed in alcuni casi più alta) di quella della piccola distribuzione. Nel secondo trimestre 2013 la contrazione è del 5% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Migliori, almeno fino al 2010, i dati della grande distribuzione specializzata. Dall'inizio del 2011, invece, anche per questa articolazione della rete commerciale le flessioni si sono fatte molto significative e non lontane a quelle delle strutture più piccole fin qui evidenziate.  Nel secondo trimestre sembra, però, che ci sia un allentamento delle tensioni (-3,6%) dopo che il 2013 si era aperto con il pesante -6% del primo quarto.
Infine abbiamo il comparto degli iper, super e grandi magazzini che fino alla fine del 2012 sembravano aver superato indenni la crisi che aveva pesantemente segnato il livello dei consumi: con il 2013, invece, anche le grandi strutture non specializzate hanno subito delle diminuzioni marcate delle vendite (-1,8% nel primo trimestre e -2,9% nel secondo), apparentemente in contro tendenza rispetto alle altre tre tipologie di esercizio.



I dati relativi all'Osservatorio regionale sul commercio al dettaglio -commenta il Presidente della Camera di Commercio di Arezzo Andrea Sereni -  confermano le difficoltà di un settore economico che ormai, da molti trimestri , sta attraversando una delle fasi più difficili se non in assoluto la più difficile dal dopoguerra. I deboli e in parte incoerenti segnali positivi che sembrano provenire dal manifatturiero, sopratutto quello più aperto all'exporti, non si sono estesi al mercato domestico. Alcuni spunti che possono comunque far presagire una, sia pure ancora lontana, inversione di tendenza sono presenti: mi riferisco alla lieve attenuazione dei segni negativi nell'andamento delle vendite  nel “sentiment” ,nel clima di fiducia degli imprenditori commerciali.
E' certamente preoccupante il dato negativo della grande distribuzione perché, nonostante il ruolo irrinunciabile, del commercio di vicinato e di quello della media distribuzione ,  il dato reale sui consumi di un territorio , secondo molti analisti,  è ormai proprio quello dato  dalla grande distribuzione. 

E' comunque del tutto evidente che in questa situazione un ulteriore appesantimento dell'IVA  rallenterebbe  ancor di più la dinamica della domanda interna, con  pesantissime ripercussioni sulle possibilità di ripresa dell'intero settore. E' quindi prioritario  che vengano reperire dal governo centrale le risorse  scongiurare definitivamente la nefasta ipotesi di aumento dell'IVA  dal 21% al 22”%..

“In questa fase cosi' delicata – prosegue Sereni – è imolto importante  offrire agli enti territoriali che svolgono attività autorizzativa o programmatoria nel commercio, ad iniziare dalla Regione,  un quadro il più possibile definito sull'andamento congiunturale del settore. Un' attività che la Camera di Commercio di Arezzo porta avanti anche con Unioncamere Toscana  attraverso una rete di osservatori di sistema Si tratta di quindici osservatori che, con rilevazioni che  vanno dall'artigianato ai bilanci delle società, dai credito alle imprese high tech, sono in grado  di  offrire un quadro abbastanza definito dello stato dell'economia provinciale., evidenziando le tendenze emergenti e gli orientamenti di mercato”.

“L'esame delle variazioni delle vendite al dettaglio nel periodo che va dall'inizio della crisi ad oggi – sottolinea il Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo Giuseppe Salvini - permette di mettere in risalto il mutato comportamento dei consumatori aretini con il passare del tempo. Emerge infatti che  dal 2007 al 2012 le famiglie hanno adottato una revisione dei propri acquisti che ha colpito solo marginalmente i prodotti alimentari mentre più penalizzati sono stati quelli relativi ai beni durevoli. A partire dal 2012 non solo la diminuzione degli acquisti si è fatta più pesante, ma anche gli alimentari sono stati soggetti a razionalizzazione della spesa. Nel primi due trimestri del 2013, si assiste infatti ad una graduale affiancamento fra la dinamica di alimentare e non alimentare che nel secondo trimestre presentano contrazioni del 5,9% il primo e del 6,6% il secondo. Nel non alimentare, risultano particolarmente penalizzati gli acquisti di elettrodomestici e prodotti per la casa (-10,1%) e l'abbigliamento (-8,4%). E' del tutto evidente come la contrazione delle spesa dei consumatori abbia purtroppo assunto , in questa fase temporale, caratteristiche sempre più strutturali.



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