Torna, dopo 638 anni, l’offerta del cero da parte della comunità di Subbiano alla chiesa di S. Giovanni Battista.
La storia racconta che il 29 marzo del 1385, dopo che il Comune di Subbiano si era concesso alla protezione del Comune di Firenze, i Magnifici Priori delle Arti e il Vessillifero di Giustizia del popolo sancirono, nei capitoli di sottomissione redatti dal notaio Viviano, “che gli uomini del detto Comune di Subbiano e della sua curia debbano in perpetuo offrire ogni anno nel giorno della festa della natività di S. Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, nel mese di giugno, o lo facciano per mezzo del loro sindaco, nella chiesa del predetto S. Giovanni, un onorabile cero”.
Le fonti storiche confermano l’esistenza nel territorio di Subbiano dell’Abbazia del Sasso nell’Alpe di Popano, ubicata ai piedi del Monte Castello, fra la Fonte del Baregno e il fabbricato denominato il Casotto. Nata come monastero di suore, fu in seguito affidata ai Benedetti e poi ai Camaldolesi. In un documento del 1089 Pietro Aloisio Galletto, abate di S. Paolo a Roma, afferma che l’abbazia del Sasso era sotto l’invocazione di S. Giovanni Decollato, che altri non è che S. Giovanni Battista.
L’importanza dell’abbazia era tale che i Pontefici Onorio VII, Eugenio III e Martino V concessero a S. Giovanni del Sasso in Popano l’indulgenza plenaria nei giorni della festa di S. Giovanni, di S. Benedetto e di S. Romualdo. Danneggiata da un terremoto agli inizi del ‘400, col tempo andò in rovina.
A distanza di oltre 6 secoli Subbiano ha di nuovo una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, a colui, cioè, che è considerato il primo apostolo di Cristo, il "simbolo della rettitudine morale e della correttezza politica", su cui la Firenze medievale aspirava a fondare la propria fortuna economica ed il "buon governo" della cosa pubblica.
Assume, quindi, un significato del tutto particolare che la Comunità di Subbiano, attraverso il suo Sindaco, in un momento istituzionalmente difficile per la nostra Nazione, intenda riprendere quella antica tradizione sancita in atti e, alle luci della sera, attraversi in corteo le strade del capoluogo per consegnare, con una cerimonia che si preannuncia quanto mai suggestiva e partecipata, il suo “onorabile cero” a S. Giovanni Battista nelle mani di don Alessandro Conti, parroco di Subbiano.