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“Alla tutela dei diritti rispondono con accuse di diffamazione”

Lucio Bianchi (Movimento 5 Stelle) all’attacco su Nuove Acque. La replica dell'azienda

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Conferenza stampa del capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Lucio Bianchi “su una situazione che ha dell’incredibile. Come pubblico ufficiale ho chiesto reiterate volte copia di un verbale di Nuove Acque coperto di omissis come fosse un segreto di stato e per altrettante mi è stato negato l’accesso con risposte pervenute sempre oltre i 30 giorni di legge e che mai hanno toccato il merito della questione, nella totale evasività, se non sarcasmo. Il primo accesso è stato richiesto a maggio 2013, un secondo a luglio, quindi ho portato la cosa in Consiglio Comunale perché sentenze del Tar certificano che i consiglieri comunali hanno il diritto di avere copia dei verbali dei cda delle società controllate dai Comuni. Ho chiesto al Sindaco di intercedere per me con l’interrogazione consiliare, il Sindaco ha provato a chiedere un accesso agli atti e anche a lui è stato risposto picche con motivazioni ancora non puntuali, citando perfino l’articolo 2422 del codice civile con un autentico autogol perché per noi il 2422 rafforza addirittura il nostro diritto piuttosto che escluderlo.

Tutto questo ha causato certamente ira e frustrazione, io mi sento una persona onesta che non prende in giro nessuno per carattere. Ovviamente non voglio essere preso in giro. A questo punto ho scritto un articolo dove mi sono domandato se il dottor Paolo Ricci, all’epoca a Nuove Acque, dottore lo fosse davvero visto che le sue risposte evasive e sarcastiche venivano a fronte di domande scritte in un italiano chiarissimo. Insomma mi sono chiesto se avesse capito. A seguito di questo articolo Paolo Ricci ha esposto querela nei miei confronti per diffamazione. Subito è cominciato un iter giudiziario, poi si dice che la giustizia è lenta, non pare in certi casi. A ottobre c’è stata la prima udienza e il 29 gennaio ci doveva essere la seconda. È stata rinviata perché noi come teste abbiamo chiamato il Sindaco che per quel giorno ha un impegno.

La situazione verificatasi è anomala: io da cittadino attivo difendo il diritto di ciascuno di accesso agli atti e difendo i cittadini che mi hanno votato che vogliono essere informati anche dell’andamento di queste società e il diritto dei cittadini che hanno votato al referendum che toglie a società come Nuove Acque il diritto alla remunerazione del capitale investito. Per questa mia attività, devo sopportare una spada di Damocle giudiziaria frutto dell’estrapolazione strumentale di una parola da un articolo complesso. Spero che la vicenda si concluda nel migliore dei modi: per me il modo migliore sarebbe l’accesso al verbale, magari consegnatomi dal rappresentante del Comune, Enrico Valentini”.

Piena solidarietà da parte del collega del Movimento 5 Stelle Daniele Farsetti “a nome di tutto il movimento e dei cittadini che lo compongono e lo sostengono: da questa storia Lucio esce a testa alta e rafforzato perché ha preteso un diritto di tutti e questo nel 2014, pare incredibile, non è scontato”.

 

Le precisazioni di Nuove Acque sulle vicende giudiziarie tra l'allora Presidente Paolo Ricci e il Consigliere aretino Lucio Bianchi

In merito al dibattito che si sta sviluppando sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolto l'ex Presidente di Nuove Acque Paolo Ricci e il Consigliere Comunale aretino Lucio Bianchi, la società che gestisce il servizio idrico, a scanso di facili equivoci, tiene a precisare di non aver querelato nessuno.

Per chiarezza e ad onore del vero, la Procura della Repubblica di Arezzo ha rinviato a giudizio il suddetto Consigliere, dando seguito ad un esposto-querela per diffamazione personale promosso dell'allora Presidente Paolo Ricci. La vicenda dunque, oltre che personale, attiene alla diffamazione e non all'accesso agli atti.

In ogni caso, a tal proposito, l'affermazione che la società non abbia risposto alle richieste di produzione di un verbale del CdA è una ricostruzione personale effettuata dal Consigliere. Nuove Acque, come ha sempre sostenuto, ribadisce di aver già fornito nelle forme previste dalla legge tutte le informazioni dovute. Non esiste dunque alcun nesso fra le due questioni.

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