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"Il Partito Democratico sappia mettersi in discussione. Noi ci siamo"

Il comitato aretino per Renzi analizza il successo aretino che considera volontà di cambiare

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E’ una marea che si alza sul territorio, una marea che lo attraversa in ogni sua parte. Abbiamo portato al voto, ancora una volta, oltre 23.000 nostri elettori, informandoli, coinvolgendoli, emozionandoli, appassionandoli. Siamo a disposizione del PD di Arezzo, per provare a mantenere questo entusiasmo. E’ questo il nostro contributo, portato in dote al Partito Democratico. Lo stesso partito, però, dovrà sapersi mettere in discussione, come gli chiede il 64% dei votanti alle primarie del centrosinistra. E’ un dato di fatto che ad Arezzo qualcosa è già cambiato. E prendendone atto, oggi, la palla passa alla segreteria e agli organi dirigenti aretini, che come tali, dovranno saper coinvolgere e mantenere la fiducia delle persone.
“Vedendo un under 40 provarci, altri under 40 ci proveranno…”, questo è stato il vero senso del discorso di Matteo Renzi di ieri, quello in cui il Sindaco di Firenze, ammetteva sinceramente la sconfitta a livello nazionale. E questo è quello che accadrà ad Arezzo. Tanti giovani continueranno a provare a cambiare le cose, insieme all’aiuto di chi under 40 non lo è più. Da oggi abbiamo i numeri e i contenuti per lavorare su un vero e proprio laboratorio di nuova politica, dedicato al nostro territorio. Un laboratorio, che visto il risultato aretino, potrà essere preso da esempio, anche a livello nazionale. Abbiamo incontrato tante energie, in questa campagna elettorale, tante idee. Tante risorse, che non disperderemo. Già da stasera, quando alle 21,15, tutti i membri del Comitato e chi vorrà intervenire, si ritroveranno per decidere come continuare la nostra avventura nel cambiamento. 
L’Italia no, ma la Toscana e in particolar modo Arezzo è renziana. Non è più discutibile. E lo è sfiorando il 64% dei voti, per un secondo turno che è molto più di una riconferma. Semmai è la dimostrazione lampante di una volontà unica dei nostri concittadini, concentrati e mai così vicini, al rinnovamento. Perché a questo ballottaggio, abbiamo tenuto. E persino raggranellato qualche altro punto percentuale, nonostante un lieve calo nei voti. Gli affezionati di Matteo Renzi, a quanto pare ci credono talmente tanto da essere più convinti dei “rossi antichi”, come sono stati chiamati da qualche giornale i sostenitori di Bersani, che adesso dovranno pur mettersi in discussione. Siamo diventati interlocutori politici indispensabili per il PD. Arezzo è renziana e ricordiamo a tutti, che lo sarà fino alle prossime elezioni primarie. Almeno fino a prova contraria.
Non c’è storia e non c’è tradizione che tengano, non c’è la politica, quella vera, quella che vogliamo cambiare da dentro e neanche l’apparato, quello del partito più diffuso e strutturato sul territorio, non c’è persino Sel. Non ce n’è per nessuno. Niente vale la benché piccola ripresa, il benché minimo sussulto della percentuale legata a Bersani: la Provincia di Arezzo scorrazza anche stavolta verso quello che rappresenta il primo dato nazionale. E il vero dato politico è che i ‘nostri’ sostenitori hanno tenuto fede a un patto stretto col rinnovamento, che evidentemente non era così fittizio, o momentaneo, o poco convinto, o come alcuni volevano e vorranno continuare a definirlo. Chi appoggiava Renzi, è tornato a votarlo, alcuni che hanno votato Bersani no. E questo dovrebbe far pensare.
E’ stato un nostro privilegio, incontrare tante persone. Incontrare quelle che avevano qualcosa da dire e quelle che avevano da criticare. Quelle che hanno ricominciato a sognare e a fare politica e quelle che erano genuinamente arrabbiate. Quelli che in noi hanno visto una soluzione e persino quelli che ci guardavano con sospetto e poco convincimento. E’ stato un privilegio incontrarvi. Perché è nell’incontro, con tutto quello che può significare, che, oggi, anche ad Arezzo, è iniziato un nuovo modo di fare politica. Il nostro. Un modo di fare, di pensare e uno stile, che continuerà a essere il nostro.

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