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Domenica "giornata del sollievo". Stand al San Donato e alla Gruccia per spiegare cosa sono le cure palliative

500 gli aretini che ogni anno sono sottoposti a queste cure. La nuova legge. Il dolore adesso è riportato nelle cartelle cliniche

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La “Giornata del sollievo”, celebrata a livello nazionale il 26 maggio, è in Toscana e in provincia di Arezzo l’occasione per una campagna di comunicazione istituzionale concordata dal ministero della Salute e con la Conferenza Stato-Regioni sulla legge 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. “Non più soli nel dolore”, è lo slogan prescelto per l’occasione.

La mattina di domenica saranno allestiti due gazebo: uno davanti all’ospedale San Donato di Arezzo e l’altro davanti all’ospedale della Gruccia in Valdarno.  Saranno presenti medici e infermieri impegnati nelle terapie antalgiche, e rappresentanti delle associazioni: ad Arezzo il COSD (Comitato Ospedale senza Dolore) e in Valdarno Cittadinanza Attiva Tribunale dei diritti del malato.

Sarà distribuito materiale informativo e il personale sarà a disposizione per rispondere alle domande di quanti vorranno approfondire le proprie conoscenze o risolvere dubbi in merito alle cure palliative.  La legge 38, fortemente innovativa,  tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore per assicurare alla persona malata e ai suoi familiari il rispetto della dignità e dell’autonomia del malato, con un’adeguata risposta al bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza alle specifiche esigenze individuali, e  un adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale.

Sono più di cinquecento ogni anno i pazienti della provincia di Arezzo che ricevono queste cure. Con le cure palliative si “cura anche quando non si può guarire”. È una medicina che non combatte direttamente le cause della malattia ma ne attenua i sintomi, aiutando la persona a convivere dignitosamente con questa.

Ancora in molti c’è la convinzione che il dolore sia un compagno inevitabile della malattia e che esso rappresenti un evento quasi “normale”. È doveroso superare tale convinzione, eticamente sbagliata. In questi ultimi anni sono state acquisite conoscenze precise sui meccanismi fisiologici che governano il dolore e sono molteplici le metodologie di intervento che permettono di controllarlo.
Il dolore è un segnale di allarme che ci avverte che qualcosa non va nel nostro corpo. È un segnale utile per la comprensione della malattia, non una condizione ineluttabile, né la naturale conseguenza di interventi chirurgici, procedure diagnostiche, vari tipi di patologie. Ciò che bisogna sapere è che il dolore può essere misurato, quindi controllato, e che la misurazione è un diritto.
La legge prevede l’obbligatorietà della rilevazione del dolore in cartella clinica; vi devono essere riportate le caratteristiche del dolore rilevato e la sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato conseguito.
Il dolore vissuto dal paziente si può misurare utilizzando dei “termometri” che fanno ricorso a scale numeriche o verbali.

Il dolore è una sensazione soggettiva, influenzata da vari fattori individuali: la collaborazione del malato diviene quindi fondamentale perché sia individuata la terapia più adeguata.
Attualmente disponiamo di una vasta gamma di farmaci, dai più leggeri ai più potenti, che permettono di controllare il dolore, in base alla sua intensità. Si tratta di farmaci sicuri che possono essere presi a tutte le età.
Esistono però pregiudizi molto radicati sull’uso farmaceutico degli oppioidi, in particolare sulla morfina. Se assunti correttamente, sotto controllo medico, i derivati dell’oppio sono degli eccellenti analgesici e anche più sicuri di altri farmaci tanto che il loro impiego è raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’assunzione di questi farmaci per un dolore acuto o cronico non abbrevia la vita e non altera lo stato di coscienza.
Ci sono anche alcune tecniche che possono essere utilizzate singolarmente o come supporto ai farmaci: terapie fisiche e tecniche psicologiche che procurano analgesia, rilassamento, controllo dei vissuti emotivi come ansia e paura.

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