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Scassa racconta l'avventura in MotoGp: "Per il 2014 voglio certezze e un progetto a lungo termine"

Dal debutto ad Aragon all'epilogo di Valencia. E quella foto ricordo con Valentino

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“Ho imparato più in queste cinque gare che in tutta la carriera”. Il circus della MotoGp ha spento le proprie luci tre giorni fa e Luca Scassa è tornato alla normalità.  Sono stati due mesi intensi ed emozionanti che l’hanno visto protagonista in mezzo ai mostri sacri del motociclismo nella classe regina delle due ruote. Dal debutto di Aragon all’epilogo di Valencia, passando per Australia, Malesia e Giappone. “Essere catapultato in quel mondo lì è stato come passare da una Gran Turismo ad una Formula Uno” – sospira Luca.  Il paragone rende bene l’idea. Riposti tuta e casco, stamani era già nella sua officina alle prese con clienti e pezzi di ricambio. “Mio babbo e Gianluca hanno portato avanti il lavoro in queste settimane – ci dice sorridendo – nessun ordine è rimasto indietro”.  Di vacanze per il momento non se ne parla: “Qui c’è da lavorare, altro che riposo”. Eppure se lo sarebbe ampiamente meritato, visti i buoni risultati ottenuti in sella ad una moto sconosciuta per lui e con pochissimo tempo a disposizione per metterla a punto.
Luca, che bilancio fai dell’esperienza in MotoGp?
“Direi positivo. Sono soddisfatto di come è andata. Anche gli addetti ai lavori sono rimasti sorpresi dalla mia capacità di adattamento in una categoria così difficile”
La gara più bella?
“Senza dubbio Philip Island. La moto reagiva bene. In Australia mi sono divertito tanto a guidare”
Il rimpianto?
“In Giappone. Ho potuto girare poco tra prove e warm up a causa del tifone e poi in gara mi è dispiaciuto rompere la pedana al 1° giro. Purtroppo sono cose che capitano nel motociclismo e non puoi farci niente”
Con i piloti hai legato?
“L’ambiente è molto professionale e le occasioni per vedersi sono rare. Con Rossi, Marquez, Lorenzo e Pedrosa c’è stato un incontro casuale in hospitality ma niente di che.  Nel paddock si vedono poco perché ogni volta che escono sono assediati dai fans. Semmai ho riallacciato il rapporto con Dovizioso: correvamo contro tanti anni fa, all’inizio delle rispettive carriere. Abbiamo ricordato quei momenti sorridendo. Di sicuro io non mi aspettavo che ci saremo ritrovati in MotoGp. Solo due mesi fa nemmeno ci pensavo”
Un aneddoto particolare?
“Domenica a Valencia mi sono avvicinato in griglia a Valentino, prima della partenza.  L’ho salutato visto che per quest’anno era l’ultima gara e gli ho detto che forse per me sarebbe stata anche l’ultima in assoluto in MotoGp. Ci siamo fatti una foto. Mi porto a casa questo ricordo”.
La MotoGp è stata solo una parentesi, o nel 2014 ti rivedremo nel motomondiale?
“E’ una parentesi che non si è chiusa del tutto. Ci sono delle trattative in corso per la MotoGp così come per la Superbike”
Percentuali?
“Ad oggi non se ne possono fare. E’ una fase delicata. Io so quello che voglio”
E cioè?
“Sicurezze  prima di tutto. Negli ultimi anni ho cambiato troppe volte moto. Vorrei, finalmente, la possibilità di essere dentro un progetto di medio-lungo periodo. Poter lavorare più stagioni con lo stesso team”.
Dopo l’esperienza in MotoGp, ti senti un pilota migliore?
“Ho acquisito tanto a livello di messa a punto e sviluppo. Oggi ho molte più conoscenze. Moto così potenti non le avevo mai guidate. Lo stile in pista quello è e ognuno mantiene il proprio”.

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