Partecipa a Arezzo Oggi

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L’arte: qualcosa di attuale o un mero anacronismo?

Miguel Angel Bonini a tutto tondo

Condividi su:

L’arte nasce per mettere la luce dove tutto è buio. E per questo ha bisogno di spazi aperti, in cui l’iniziativa non sia censurata, in cui le possibilità di respiro e d’innovazione possano farsi reali. Questo è quanto sostiene Miguel Angel Bonini, artista e architetto di origini italo-argentine, di adozione aretino. Ex-docente di morfologia dell’architettura in Argentina, Miguel torna in Italia per ricongiungersi con le sue origini piemontesi e porta con sé una vocazione artistica che lega architettura e pittura, passando per la scultura. Incentrate sull’astrazione geometrica, le opere di Miguel evocano quelle forme primitive che stanno all’origine di ogni espressione artistica. L’avventura pittorico-scultorea italiana di quest’artista inizia nel 2009, con l’apertura di uno spazio espositivo nel centro storico di Arezzo. L’obiettivo era la creazione di un luogo sociale espositivo, in cui gli artisti emergenti potessero trovare un punto di riferimento, realizzando mostre senza fini di commercializzazione. Ma l’esclusione dai circuiti artistici ufficiali ha portato quest’esperimento alla chiusura. Come sostiene Miguel oggi troppi interessi di tipo economico circondano l’ambito artistico, privandolo di quella libertà che invece è un elemento imprescindibile e vitale per l’arte.  L’interesse personale prevale su quello comunitario e l’esperimento di “un’arte sociale” incontra ostacoli notevoli. L’assenza di un legame costruttivo tra arte e politica, infatti, fa sì che l’offerta culturale spesso scarseggi e, in questo modo, una città storicamente ricca com’è Arezzo si trova mutilata. La causa principale di questo “omicidio culturale”  -sostiene Miguel- non è la crisi economica, ma la crisi istituzionale, che determina l’assenza di un rinnovamento nella politica artistica e un disinteresse verso gli artisti emergenti e le loro proposte. Tuttavia, esistono strade da intraprendere per una rinascita culturale locale e extra-locale. Tra queste strade alternative, la proposta di Miguel è quella di creare un “Comitato interdisciplinare per la difesa e la rinascita dell’arte”, in cui figure differenti si incontrino e si confrontino con lo scopo di individuare nuove strategie culturali. Un simile comitato, frutto di un’iniziativa proveniente dal basso, necessiterebbe però dell’appoggio istituzionale e questo richiederebbe, da parte dei politici,  una lungimiranza nei confronti dell’arte che spesso manca. Le idee che nascono a opera dei singoli, infatti, necessitano di una gestione da parte del potere politico. Ma Miguel che non si perde mai d’animo -e forse, penso, è proprio da questa vitalità che nasce tutta la sua ispirazione artistica- è profondamente convinto che la cultura sia la sola grande risposta alla crisi economico-valoriale-istituzionale che viviamo oggi. Una cultura capace di generare lavoro e rinascita esiste ancora, ecco perché –a differenza dell’opinione dominate- l’arte non deve esser più concepita come qualcosa di anacronistico, bensì come una luce capace di salvare.

Condividi su:

Seguici su Facebook