Partecipa a Arezzo Oggi

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La recensione: "Flight" bel film sorretto da un ottimo Denzel Washington

All'interno tutti i titoli in programmazione

a cura della Redazione
Condividi su:

Dimenticatevi Denzel Washington bello come il sole e pensate solo al Denzel Washington bravo, anzi bravissimo, che recita a memoria e regala un quadro intenso ma non patetico di un pilota di aerei alcolizzato. Ne verranno fuori il senso e la sostanza di un film che, per certi aspetti può anche essere pericoloso, per altri capace di parlare a chi è alle prese con un serio problema di dipendenza. Da una parte il film, supportato da un cast davvero all’altezza, fotografa il gesto di un vero eroe, dall’altra quell’eroe è anche un uomo qualunque, che si è macchiato di un omicidio colposo plurimo forse proprio a causa del bere. Da una parte insomma l’alcol e la droga gli danno la forza, dall’altra lo annientano. Guasto meccanico o colpa umana? Eroe o assassino? Un dualismo manicheo sempre insito nel film di Zemeckis che non assolve nessuno ma offre  spazi di redenzione e pentimento a tutti. Sospeso tra positività e negatività, il film in fondo è basato sulla storia di un uomo che dovrà passare attraverso le forche caudine del carcere per capire quale sia la sua strada. Con “Flight” Robert Zemeckis pone di nuovo, come in “Cast away”, il tempo al centro del suo film. Quel tempo dal ritmo umano che permette al suo naufrago di ricominciare ad esistere. Insomma, il vecchio adagio che il tempo cura tutte le ferite, servito in salsa più elegante e raffinata. Per concludere due parole sul cameo di un grande caratterista John Goodman che, seppur nelle vesti di un simpatico portatore di morte, imprime al film una marcia in più durante le entrambi le sue fugaci apparizioni. 

Condividi su:

Seguici su Facebook