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La recensione: "Gangster squad" grande ritmo, ottimi attori e una buona colonna sonora

All'interno tutti i titoli in sala in primo piano "EDUCAZIONE SIBERIANA" di Salvatores

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Un film divertente, a metà tra le vecchie storie stile Humphrey Bogart e lo splatter alla Tarantino. “Gangster squad” è un film con la grafica da  fumetto e recitazioni volutamente di maniera, come quella di Sean Penn che gigioneggia molto nei panni di Mickey Cohen boss mafioso di origine ebrea, sempre con la mascella ben in evidenza e la giusta cattiveria che deve avere un capo gangster “self made”. Dall’altra parte ci sono i buoni, si fa per dire, capitanati da Josh Brolin e da Ryan Gosling, entrambi perfetti nel look e nella parte dei poliziotti. Accanto a loro una bellissima Emma Stone, molto Jessica Rabbit e un timido Giovanni Ribisi, anche lui a sua maniera molto calato nella parte del “topo da archivio” in questo caso da genio delle intercettazioni. “Gangster squad” sembra quasi una copia, un po’ più violenta e mano raffinata di “Untocheables” film cult degli Anni Ottanta. Chissà se gli evidenti richiami, dalla scalinata con sparatoria finale in albergo, che tanto richiama quella alla stazione del film di Brian De Palma o per esempio la morte del più anziano e del più timido, così come succedeva negli Intoccabili, siano accenni voluti oppure no.  Il film di Ruben Fleischer non è un capolavoro ma può contare su un certo dinamismo, buona recitazione e un’ottima colonna sonora Anni Quaranta, di questi tempi non è poco per trascorrere un paio d’ore e non rimpiangere il biglietto. 

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