L'ipnosi per risolvere un triplice omicidio. La trame studiata da Lars Kepler (pseudonimo di Alexander e Alexandra Ahndoril) è ben articolata e presuppone anche colpi di scena che purtroppo nel film si perdono in una trama con troppe pause. Intendiamoci, i thriller europei in generale, e specialmente quelli svedesi, non hanno il tocco di adrenalina degli americani e neppure la truculenza spesso gratuita dei pari storia d'Oltreoceano ma mancano di dinamismo e classe. Lasse Hallstrom usa campi larghi, una visione quasi bergmaniana di fare cinema, tipica dei registi svedesi, ottimi notturni e inquadrature di paesaggi innevati ma indugia troppo su aspetti personali, volendo infilare a tutti i costi il personale nella trama del giallo. E allora ecco che la ancora bella Lena Olin diventa moglie ossessiva e a tratti insopportabile di Erik Maria Bark l'ipnotista, che la dottoressa Daniella Richards si trasforma in ragazzina superficiale nell'approccio, seppur per lavoro, con l'ex amante. Sfumature che fanno tuttavia la differenza. A tratti le battute si fanno banali “come fai a mangiare mentre nostro figlio è stato rapito” dice Lena Olin (Simona nel film) e verrebbe da dire a gran voce, come dargli torto. Gli attori non sono il massimo dell'espressività, risultando un po' freddi al popolo mediterraneo ma, se si superano queste incongruenze e si tolgono almeno venti minuti di particolari inutili, il film non è male. Si vede bene, ci si emoziona nel finale, scontato ma teso, ci si lascia affascinare da certe inquadrature. Non è un capolavoro, molto più bello il primo film di “Uomini che odiano le donne” altro giallone “made in Sweden” ma resta un film che, a fine stagione, può competere tranquillamente con altre pellicole in circolazione.
L'IPNOTISTA
Giudizio **
Da questa settimana introduciamo le valutazioni sintetiche del film
* si può anche non vedere ** vedibile *** buono **** da non perdere