VENERDI’ 18 gennaio // IMPROVISTI – l’appuntamento con l’improvvisazione teatrale
Il format di AREAMISTA torna ad Arezzo dopo il successo delle ultime date. Uno spettacolo comico completamente improvvisato ispirato dalle indicazioni del pubblico. Un inappagabile conduttore sottoporrà gli attori ad una serie di prove rese uniche e irripetibili dai suggerimenti degli spettatori che via via potranno suggerire personaggi, situazioni, stili in cui gli improvvisatori si dovranno muovere. Alla fine di ogni esercizio sarà l'insindacabile giudizio del pubblico a salvare o condannare gli attori a “terribili” penalità, i temutissimi IMPROVISTI.
SABATO 19 gennaio // i BACHI DA PIETRA release party di “QUINTALE” (disco del mese per le maggiori testate musicali)
BACHI DA PIETRA live
Rock'n'roll. Ovviamente a modo loro. Questo fanno i Bachi da Pietra, questi sono i Bachi da Pietra. Il verme della roccia ha assunto le sembianze di un potente insetto corazzato, dopo la genesi fangosa e le mutazioni di questi anni (quattro album, un live in teatro -Insect Tracks- registrato in mono esclusivamente con strumentazione vintage, uno split con i Massimo Volume). Anni che hanno indurito la pelle, hanno trasformato il fango in ruggine petrosa, solidificandola, infine. Sporcando, infettando, colpendo. Tutto scorre e muta. Né speranza né paura. Soltanto il naturale incedere del tempo sulle cose, I Bachi da Pietra sono sassi in un fiume e si lasciano trasportare, consci che se tutto si trasforma, degli insetti mutanti come loro non possono certo sottrarsi a questo destino.
Qui nasce e qui arriva “Quintale”, che come gli ultimi tre episodi (una trilogia del tarlo?) gioca con la progressione dei numeri e come gli altri spiazza e lascia storditi. Sempre in maniera diversa, sempre colpendo il lato scoperto, come un pugile consumato col quale si possono prendere tutte le contromisure del caso, ma sempre di un livello superiore rimane. Un pietrone. Dodici brani di rara durezza, materiale incandescente su cui Giulio Favero (Teatro degli Orrori) ha messo le mani in quel de La Sauna di Varano Borghi (VA), nell'aprile del 2012, registrando mixando e tagliando rigorosamente in analogico e rigorosamente su nastro, senza interferenze digitali, facendo scaturire dalla roccia una potenza sonora mai raggiunta prima dai Bachi da Pietra. Strumenti ai minimi ancora una volta eppure un suono sempre impossibile da classificare che questa volta è capace di riempire ogni spazio, ogni anfratto entro cui in passato si aveva il tempo di riprendere fiato; lusso che con “Quintale” è ridotto all'osso.
“Quintale” è un disco di paradossi: un peso massimo ma tutto sommato più fruibile che mai. Deve molto del suo suono possente a due strumenti minimi, introdotti nell'universo dei Bachi da Pietra: al plettro sulla chitarra e al charleston accanto ai due tamburi. Deve molto all'immediatezza del rock'n'roll affrontando però tematiche forse ancor più complesse, non senza aperture ironiche e crude, con punte di profondità e cinismo. Dopo una lunga strada incisa di versi muta in prosa. Se la letteratura è semplicemente una traccia, questa è letteratura rock (o letteratura e basta).
Per un disco come questo, “Quintale” (Woodworm / La Tempesta), cento chili, in fin dei conti è un nome leggero. La metamorfosi apparirà evidente anche all'orecchio più duro. La natura dei Bachi da Pietra rimane la stessa ma l'esito è un cataclisma. State all'erta. Il posto è adesso, e il tempo è qui.

