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Severini decida in fretta e trasformi il silenzio stampa in silenzio…d’oro

Sul fronte sportivo serve una sterzata, su quello societario va fatta chiarezza per uscire dallo stallo attuale

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Qualche volta il silenzio è d’oro, qualche altra pesa più di mille parole. Quello scelto dall’Arezzo - inteso come silenzio stampa – lascia campo libero alle più svariate interpretazioni.  Nasconde una svolta societaria imminente e quindi si preferisce (giustamente) agire sotto traccia? Oppure è un modo per isolare la squadra per fare quadrato all’interno e cercare la soluzione ad una crisi che appare senza fine? E ancora, è sinonimo  d’immobilismo e di caos dirigenziale e tecnico? Il terzo è senza dubbio lo scenario più cupo e non auspicabile. Certo, il fatto che la decisione di non parlare con i giornalisti fino a nuovo ordine sia arrivata al termine della mancata approvazione del bilancio non aiuta a fare chiarezza sulla situazione che regna in viale Gramsci.
Sul fronte sportivo si impone una sterzata. A cominciare dalla guida tecnica. Balbo paga colpe non solo sue a cominciare da un mercato sbagliato in estate e una rosa sopravvalutata con una sciagurata distribuzione degli under. L’allenatore argentino, però, non è riuscito a dare un’identità alla squadra palesando inadeguatezza in una categoria che non conosce. Non potendo, in attesa della riapertura delle liste, intervenire sui giocatori, la strada è obbligata. La decisione su chi affidare la panchina si intreccia con quella societaria. Perché se Severini ha in mente di uscire di scena in tempi brevi, potrebbe lasciare nelle mani della nuova proprietà la patata bollente. In quel caso probabilmente si opterebbe per una soluzione ponte. Alla luce della classifica e della china che sta prendendo la stagione sarebbe l’ipotesi peggiore.
Sul fronte societario ormai spunta una cordata al giorno manco fosse la mela del celebre proverbio (quella che toglie il medico di torno per intenderci). L’ultima candidatura allo scranno di viale Gramsci è arrivata ieri sera in diretta televisiva.  Portavoce nientemeno che l’ex vicepresidente Daniele Lami che si sta adoperando (parole sue) per mettere insieme un gruppo di imprenditori e presentare un’offerta ufficiale a Severini. Quello che non si capisce è perché per acquistare l’Arezzo si debba per forza passare attraverso giornali e tv. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una continua passerella di apparizioni mediatiche di cordate o presunte tali.
A proposito di silenzio, Zerbini tace da settimane. Dalla sera dell’inaugurazione del Villaggio amaranto sembra passato un secolo ed invece sono trascorsi solo pochi mesi.  Quella sera furono lanciate in cielo lanterne volanti a simboleggiare come i sogni dei tifosi prendessero finalmente il volo. Oggi la sensazione è che quei sogni siano volati via. Disperdere l’idea di Zerbini sarebbe il rimpianto più grande.
Severini esca da questo empasse. Decida in fretta su quello che vuol fare dell’Arezzo. E trasformi il silenzio stampa, in un silenzio...d’oro. In tutti i sensi.

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