Due partite, altrettanti pareggi. Appena un gol segnato, peraltro su rigore, e un gioco che latita. L’Arezzo non decolla. La trasferta di Scandicci e la gara interna contro la Pistoiese hanno certificato le difficoltà della squadra di Mezzanotti in questo avvio di stagione. Premesso che siamo solo all’inizio e che emettere sentenze adesso sarebbe alquanto improvvido, i primi 180 minuti di campionato fanno, però, sorgere qualche interrogativo e impongono una riflessione.
Sia a Scandicci che contro la Pistoiese, l’Arezzo ha faticato a costruire manovre efficaci. Poche idee e molti lanci lunghi. E non si può pensare che là davanti, pur bravi che siano, prima o poi risolvano con una giocata estemporanea. Potrà accadere qualche volta, non sempre.
Compito di Mezzanotti far crescere una squadra che ha potenzialità superiori alla media del torneo, ma che sino adesso le ha espresse soltanto in minima parte. Numeri alla mano, l’Arezzo non è ancora andato in rete su azione e considerata la batteria di attaccanti in rosa il dato è stridente. Se togliamo il rigore di Essoussi e un paio di punizioni di Carfora, in queste prime due partite di tiri veri nello specchio della porta avversaria non se ne sono visti ben pochi.
In attesa che la manovra si sblocchi, le note positive arrivano dalla coppia di centrali difensivi. Dierna e Zaccanti offrono ottime garanzie tanto che un totem come Pecorari se ne sta in panchina.
Ferretti ha difeso la squadra e attaccato frontalmente l’arbitro. Detto che la direzione di gara contro la Pistoiese è stata insufficiente, non vorremmo che l’arbitraggio diventasse un alibi per giocatori e allenatore. Se il presidente ritiene di aver subito torti reiterati è giusto che vada fino in fondo e faccia valere le proprie ragioni nelle sedi opportune (sperando di essere ascoltato, ndr).
Nota a parte per il pubblico. Quasi 3mila persone al comunale (tra abbonati e paganti) non si vedevano da tempo. La città crede in questa squadra e in questa società . A loro il compito di ripagare la fiducia.