Nel gergo sindacale si chiamano i lavoratori degli “appalti storici”. “Sono quelli – afferma Marco Guadagni, Segretario Filc ams Arezzo- che garantiscono la pulizia e spesso la sorveglianza dei nostri figli nelle scuole e che molto probabilmente si ritroveranno con tagli di ore di lavoro anche superiori al 40% .Con pesantissime ripercussioni sui loro magrissimi salari che attualmente hanno una media mensile di 600 euro”.
Il problema interessa 24mila lavoratori in Italia, 1.200 in Toscana e 80 ad Arezzo. “Deve essere chiaro un concetto – afferma Alessandro Mugnai, Segretario provinciale della Cgil di Arezzo. E cioè che 24mila cittadini italiani varcheranno senza appello la soglia della povertà. Una famiglia non vive con 600 euro al mese. Tanto meno con 400. Avremo una nuova e sempre più affollata categoria di poveri, tali non per disoccupazione ma per salario irrisorio. E vorrei evidenziare come 80 addetti nel nostro territorio sono l’equivalente della chiusura di una media impresa”
“Il problema degli appalti storici– commenta Guadagni - non è conseguente a chiusure aziendali ma a tagli governativi degli appalti: prima con il ministro Gelmini e poi con la spending re view pari al 30%. L'attualeGoverno ha destinato scarse risorse per i soli due primi mesi dell’ anno pergarantire la difesa occupazionale in attesa di un tavolo per trovare soluzioni più stabili. Nel frattempo l'Azienda Dussman Service che si è aggiudicata l'appalto, haespresso l’intenzione di procedere comunque a un taglio consistente di ore che determinerebbe un vero eproprio disastro per questi lavoratori”.
Da qui la protesta sindacale. L unedì mattina i sindacati di categoria del commercio manifesteranno alle 9.30 davanti alla sede delDipartimento regionale lavoro in viale Fratelli Rosselli a firenze ed è previsto un incontro con l'assessore Simoncini.
“Chiediamo un impegno diretto anche ai parlamentari e alle istituzioni locali – dichiara Mugnai. Qui siamo di fronte a scelte che condannano alla povertà migliaia di famiglie e chepenalizzano servizi fondamentali quale la scuola. E’ inutile che il Governo, come nel caso del ministro Delrio, dichiari di mettere il lavoro al primo posto per poi produrre azioni contraddittorie come questa.
E’ indispensabile che le forzepolitiche locali, i rappresentanti della nostra provincia in Regione ed in Parlamento, facciano assieme a noi pressione a livello nazionale nei confronti del Governo perchè all’Azienda che si è aggiudicata l'appalto non sia permesso di assumere atteggiamenti irresponsabili e che il Governo operi veramente per assegnare le giuste risorse in difesa di quei posti di lavoro già con stipendi da fame e per garantire i servizi nelle scuole. Solo così potremo difendere questo paese da l tracollo istituzionale e dall’ ira dellagente onesta che cerca di guadagnarsi il pane lavorando. Ognuno faccia veramente la sua parte. Cominciando da una maggiore attenzione a gare di appalto di questo rilievo”.