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Solidarietà, la Inner Wheel dona due defibrillatori all'Itis ed al Liceo Vittorio Colonna

L’associazione pochi mesi aveva fatto altrettanto con i Licei Scientifico ed Artistico

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L'Inner Wheel di Arezzo si ripete. E lo fa, come sempre, nel segno della solidarietà. Solo pochi mesi fa aveva donato due defibrillatori semiautomatici al Liceo Scientifico Redi ed al Liceo artistico Piero della Francesca di Arezzo. In quella occasione la presidente dell’Inner Wheel di Arezzo, Maria Paola Pampaloni, aveva garantito di proseguire con questa iniziativa perché riteneva e ritiene fondamentale la dotazione ad ogni scuola di questo strumento. Una parola ed un impegno mantenuti dato che questa mattina, nella sala riunioni del 118, ha avito luogo la consegna di altri due apparecchi, destinati questa volta all’Itis e al Liceo Vittorio Colonna di Arezzo. Sono stati i rispettivi presidi, Emanuela Caroti e Maurizio Gatteschi, a ricevere gli strumenti e a ringraziare a nome di tutta la comunità. Ovviamente nelle due scuole adesso avranno luogo dei corsi, tenuti da personale del 118, per formare un consistente numero di persone, all’utilizzo di questo apparecchio, che comunque, come ormai noto, è semplicissimo, perchè completamente audio guidato.
 All’iniziativa di stamani erano presenti il direttore della centrale 118 Massimo Mandò e il coordinatore scientifico della Fondazione Cesalpino Donato Angioli, due fra i più convinti promotori di una diffusione capillare sul territorio di questi strumenti. L'arresto cardiocircolatorio non riguarda, come comunemente si pensa, solo le persone in età adulta, ma anche i giovani e i giovanissimi. E anche nella nostra città e provincia, negli ultimi anni, si sono verificati  casi di giovani e ragazzi in età scolare colpiti da arresto cardiaco improvviso e imprevedibile. Casi che hanno avuto un esito tragico con il decesso dei ragazzi, ma che altre volte si sono risolti grazie al qualificato e rapido intervento di operatori che hanno utilizzato il defibrillatore per far ripartire il cuore che si era fermato.
Il defibrillatore, fortunatamente, è uno strumento semiautomatico ed oggi può essere adoperato con successo da chiunque: basta un corso di poche ore per avere la possibilità, con lo strumento in mano, di salvare una vita umana. Il problema è che si deve intervenire nei primissimi minuti dopo l'arresto cardiaco, perché dopo 10 minuti in genere c'è la morte. Ma è bene sapere che già dopo soli quattro-cinque minuti si possono verificare conseguenze di natura neurologica tali che anche nel caso in cui si sia riusciti a salvare la vita di una persona, ne può rimanere  compromessa la qualità dell'esistenza.
Ecco perché i sanitari dell'emergenza da anni spingono con forza per la diffusione capillare dei defibrillatori e per istruire quante più persone sia possibile al loro utilizzo.
Un lavoro difficile, perché di questi argomenti, spesso, se ne parla solo dopo il verificarsi in un determinato ambiente di un caso drammatico.
La Fondazione Cesalpino, assieme alla Asl e alla Prefettura, sta portando avanti una campagna informativa molto intensa, acquistando anche apparecchi da donare a istituzioni pubbliche e private. Un processo che va avanti rapidamente ed in modo importante, come ha confermato lo stesso Mandò: "In Valdarno, Casentino e ad Arezzo i defibrillatori diventano sempre più numerosi. La risposta del territorio è ottima. Situazione più a rilento in Valtiberina e Valdichiana, zone che devono essere stimolate".


Inner Wheel, con le sue iniziative di raccolta fondi e acquisto di questo strumenti donati poi alle scuole, è entrata pienamente nello spirito con cui è necessario affrontare questo problema che ogni anno in Italia provoca addirittura sessantamila vittime.

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