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Centrale a biogas di Calbenzano, interrogazione dei Parlamentari 5 Stelle

Presentata da Chiara Gagnarli e Maurizio Baldassarre

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Chiara Gagnarli, parlamentare aretina del Movimento 5 Stelle come Maurizio Baldassarre, hanno presentato un interrogazione sulla centrale a biogas di Serboli, che nei mesi scorsi ha sversato per diverse volte nel torrente Talla, che finisce nell'Arno. E dopo la fiaccolata dello scorso luglio, organizzata dal comitato per Subbiano per avere chiarezza sul funzionamento dell'impianto e la riapertura, dato che come ha spiegato il sindaco Maggini "sono stati fatti i lavori richiesti dal Comune", la vicenda torna di nuovo alla ribalta delle cronache e finsce addirittura in Parlamento. Ecco il testo dell'interrogazione:

"Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

-- Per sapere - premesso che:

    la normativa vigente non regolamenta e non fornisce parametri per l'utilizzazione agronomica del digestato, sottoprodotto delle centrali a biogas che, in via cautelativa, viene equiparato agli effluenti zootecnici ed utilizzato nelle quantità massime di 170 chilogrammi/anno di azoto per ettaro, attraverso un piano di utilizzazione agronomica (PUA); mentre, la quantità eccedente l'utilizzo agronomico ammesso, deve trovare altre destinazioni coerenti con la vigente legislazione in materia di rifiuti;
    secondo diversi studi in materia, lo spandimento del digestato presenta delle criticità legata alle emissioni di ammoniaca in atmosfera, qualora lo spandimento non sia effettuato con le migliori tecniche disponibili, ed alla perdita di nitrati nelle acque di falda, qualora si ecceda negli apporti e si applichi in periodi non opportuni;
    l'applicazione al terreno agricolo del digestato deve corrispondere esattamente al fabbisogno di azoto della coltura, pena la perdita di azoto nelle acque superficiali e profonde; ma in realtà i digestati vengono normalmente sparsi, più volte l'anno, anche quando il terreno è nudo e le condizioni climatiche rallentano l'attività vegetativa delle piante e quella di trasformazione microbica nel terreno, che favoriscono la trasformazione dell'azoto ammoniacale (85 per cento di quello contenuto nei digestati) in nitrati, ed il loro assorbimento radicale;
    tale prassi comporta un grave rischio di depauperamento dei suoli agricoli che accolgono i digestati (ricchi di azoto e poveri di carbonio) e di eutrofizzazione delle falde acquifere;
    non vanno sottovalutati i rischi igienico-sanitari legati all'uso dei digestati: diversi lavori mettono in luce come il Clostridium perfringens (causa di tossinfezioni oltre che di aborti) non subisce alcuna riduzione nei digestati; gli enterococci risultano molto resistenti alla digestione anaerobica; Salmonella ssp. (causa della maggior parte delle tossinfezioni alimentari segnalate) è stata rilevata in un campione su quattro della frazione solida e in uno su tre di quella liquida del digestato, mentre Lysteria monocytogenes (causa di listeriosi, con esiti a volte mortali) in quattro su quattro e tre su tre campioni rispettivamente della frazione solida e liquida (Bonetta et al. «Rischio igienico associato all'impiego di digerito in agricoltura»);
    a Serboli (Subbiano), in provincia di Arezzo, un impianto di produzione di energia elettrica da biogas regolarmente realizzato nella azienda agricola San Luigi è stato sospeso da una ordinanza del sindaco (7-2013 del 17 giugno) a causa di quattro diversi sversamenti nel torrente Talla, da febbraio a giugno 2013, l'ultimo dei quali ha provocato una ingente moria di pesci;

    considerata la data di inizio attività dell'impianto, si presume che il digestato-concime prodotto e sparso nei campi delle località di Poggio D'Acona, Calbenzano, S. Mama, non sia stato sottoposto al ciclo di maturazione di 160 giorni, necessario per abbattere la carica microbica, Clostridi, E. Coli, Botulino, con conseguente rischio di epidemia di animali domestici e non, pesci nei torrenti contaminati, ed anche per l'uomo;

    i tecnici di ARPAT affermano che l'impianto non è in sicurezza e non è gestito correttamente ma, ciò nonostante, di recente si sta paventando la riapertura di tale impianto, senza che siano state fornite garanzie sui provvedimenti da adottare;

    il comitato civico per Subbiano, a tutela del territorio, della salute delle persone e degli animali, ha chiesto al sindaco che la riapertura della centrale di Serboli a Calbenzano non sia concessa fino a quanto una commissione di esperti non abbia accertato che l'ordinanza sindacale n. 7-2013 sia stata soddisfatta nei punti 2-3-4-5, provvedendo ad una verifica dell'impianto;

    in data 11 luglio 2013 l'interrogante ha presentato una interrogazione a risposta scritta (n. 5-00585) per sollecitare l'emanazione del decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, previsto dall'articolo 52, comma 2-bis del decreto-legge n. 83 del 2012 convertito, con modificazioni dalla legge n. 134 del 2012, che dovrà finalmente definire le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparabile, per quanto attiene gli effetti fertilizzanti

-: se i Ministri interrogati, al fine di evitare le criticità ambientali legate alla gestione del digestato, intendano emanare l'apposito decreto di cui in premessa, con cui si definiscono le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparabile, per quanto attiene agli effetti fertilizzanti ed all'efficienza di uso, ai concimi di origine chimica, nonché le modalità di classificazione delle operazioni di disidratazione, sedimentazione, chiarificazione, centrifugazione ed essiccatura, in modo da evitare casi di sversamenti e di utilizzo prematuro del digestato ad uso ammendante, come avviene nell'impianto a biogas di Serboli a Carbenzano di cui si paventa la riapertura".

 

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