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"Legalità, mi piace!"

Lunedì 11 novembre ad Arezzo si svolge la Giornata di mobilitazione promossa dalla Confcommercio contro l’abusivismo e la contraffazione

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Lunedì 11 novembre Confcommercio organizza ad Arezzo  una giornata di mobilitazione sull'abusivismo commerciale e la contraffazione per denunciare – dati alla mano – l'entità e le conseguenze sull'economia reale di questi fenomeni che, oltre a minare le basi del vivere civile favorendo l’illegalità e le azioni criminose, rappresentano una vera e propria forma di concorrenza sleale che altera il mercato e alimenta l'economia sommersa.

L’iniziativa, dal titolo “Legalità, mi piace!”, vedrà mobilitati insieme ad Arezzo tutti i capoluoghi di provincia del nostro Paese in una serie di incontri, convegni ed altre iniziative.

Ad Arezzo, la Confcommercio organizza per le ore 10 presso la sede di via XXV Aprile 12 una tavola rotonda con le massime autorità locali e le rappresentanze degli imprenditori. Saranno presenti il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, il Questore Enrico Moja, il comandante del Nucleo provinciale dei Carabinieri Roberto Saltalamacchia, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Dario Solombrino e la presidente della Confcommercio aretina Anna Lapini.

I lavori, moderati dal direttore della Confcommercio aretina Franco Marinoni, si apriranno con una diretta streaming della manifestazione di Roma, per ascoltare gli interventi del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, dei Ministri Alfano e Zanonato e del Comandante della Guardia di Finanza. Proseguiranno poi con un dibattito tra gli interlocutori locali per declinare il tema sul piano provinciale, prendendo spunto anche dai risultati dell’indagine Format-Confcommercio sul sentiment dei consumatori nei confronti di illegalità, abusivismo e contraffazione. E visto che la questione non riguarda solo il commercio ma tocca trasversalmente tutti i settori economici, sono previsti anche gli interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria della produzione e dell’agricoltura: il presidente della Coldiretti Tulio Marcelli, il presidente della Cna Walter Bondi e il presidente della Confartigianato Ferrer Vannetti.

Che il tema sia forte e sentito da tutte le imprese lo dimostra bene l’indagine Format-Confcommercio: con la crisi infatti gli italiani acquistano più prodotti e servizi illegali, spesso con la ‘giustificazione’ di un presunto risparmio. E, quel che è peggio, sembra ancora mancare in molti la percezione della gravità del fenomeno, che oltre a procurare danni all’erario, alle imprese e ai lavoratori – ai quali sottrae ricchezza -, alimenta la criminalità.

Nel 2013 un consumatore su quattro (il 25,6%) ha acquistato almeno una volta un prodotto o un servizio illegale. Si tratta di un fenomeno in aumento, più diffuso tra le donne e i giovani, e che vede il Mezzogiorno come l'area più colpita.

Rispetto al passato sono in crescita l'acquisto di prodotti (soprattutto quelli di pelletteria, seguiti da quelli dell'abbigliamento, parafarmaceutici, alimentari, dell'elettronica ed elettrodomestici e l'utilizzo di servizi illegali ) nonché i fenomeni illegali nuovi, come l'acquisto, il più delle volte in rete, di biglietti per spettacoli di vario genere (cinema, concerti) o titoli di viaggio pirata. Tra i prodotti illegali acquistati nel 2013 spiccano quelli dell'abbigliamento (41,2%), dell'alimentare (28,1%), della pelletteria (26,9%) e gli occhiali (27,6%).

Per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica. Acquistare prodotti o servizi illegali rischia quindi di diventare la normalità: il 55,3% dei consumatori ritiene infatti questi acquisti piuttosto normali e utili per chi ha difficoltà economiche. Solo il 36,2% dei consumatori è convinto che l'acquisto illegale sia effettuato inconsapevolmente. Circa l'80% dei consumatori ritiene che l'acquisto di prodotti illegali/contraffatti o l'utilizzazione di servizi svolti da abusivi possa comportare rischi per la salute e la sicurezza, rivelandosi di scarsa qualità. Il 79%, infine, è consapevole del fatto che l'illegalità altera le regole del mercato e penalizza le imprese regolari.

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